Corpus Domini: mons. Caiazzo (Matera), “il conflitto che si sostanzia nella guerra del pane conferma che, a pagare, sono sempre e solo i poveri”

“La logica del dono ci aiuta a capire che celebrare l’Eucaristia, ricevere Gesù Eucaristia, non significa stare bene, aver soddisfatto il precetto, aver ricordato l’anima di una persona cara. È anche questo! Ma prima di tutto cogliere che partecipare all’Eucaristia significa spendere, come Gesù, la propria vita in un dono, che si fa pane spezzato e nutrimento per il bene dei fratelli”. Lo ha affermato questa sera, l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, nell’omelia pronunciata per la solennità del Corpus Domini che quest’anno – ha osservato – “assume un significato più profondo: guardare al XXVII Congresso eucaristico nazionale che sarà celebrato nella nostra amata città di Matera: ‘Tornare al gusto del pane. Per una Chiesa eucaristica sinodale’”.
“Oggi, come al tempo di Gesù, vediamo la nostra gente che è stanca, affamata, bisognosa, sfiduciata”, ha osservato l’arcivescovo, aggiungendo che “la pandemia e la guerra hanno ulteriormente accentuato tutto questo facendo emergere il lato più brutto di un’umanità che sfrutta la debolezza e la fragilità del momento, e che senza scrupoli né etica ha innalzato il suo dio, il dio denaro, a idolo da adorare; una guerra che si sostanzia nella guerra del pane, in un ricatto per ottenere la vittoria finale, è la conferma ineluttabile che, a pagare, sono sempre e solo i poveri”. “Secondo la Fao – ha proseguito mons. Caiazzo – sono oltre 50 i Paesi esposti a questa disonesta guerra dove ormai da oltre tre mesi non arriva più il grano. La provvidenza di Dio viene lasciata marcire nelle stive delle navi o nei silos”.
“Davanti a questo scenario mondiale, globalizzato, si sta sperimentando la presunzione, la fragilità, il crollo, come al tempo della torre di Babele”, ha continuato l’arcivescovo, ricordando che “a noi, come ai discepoli, Gesù ci dice di non avere paura dello scenario vasto e sofferente che si dipana dinanzi i nostri occhi. Di non perderci d’animo se anche oggi ci sono solo ‘cinque pani e due pesci’. È lui il pane disceso dal cielo, è lui il cibo di vita eterna, è lui che si è spezzato per tutti”. “Al termine della celebrazione, dopo due anni di attesa, vivremo la processione eucaristica”, ha annunciato mons. Caiazzo sottolineando che “con Gesù Eucaristia attraverseremo alcune strade della nostra città, per diffondere e fortificare la speranza, nutrire la fiducia, seminare la pace, ritornare a credere nell’uomo abitato e illuminato dalla presenza divina”.

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