Schiavitù moderna: Bilongo (Flai- Cgil), “fare sinergia e costruire una trincea comune con le comunità di fede”

“Fare sinergia e costruire una trincea comune con le comunità di fede”. Così Jean-René Bilongo, rappresentante della Flai- Cgil, durante il convegno sulla schiavitù moderna oggi a Roma. “Le sinergie – ha continuato – si costruiscono dal basso e in questo sono d’aiuto le comunità di fede. Pensiamo che sia necessario rompere la solitudine dei lavoratori che determina lo stato di bisogno”. Il sindacalista ricorda le collaborazioni con le diverse confessioni religiose nei territori: “Abbiamo lavorato con la Chiesa valdese per esempio o con il parroco di Ragusa. Le comunità di fede sono luoghi dove si identificano le vittime. Lo facciamo per affermare un principio: ogni lavoratore merita dignità nell’attività che svolge. Dobbiamo difendere quella dignità”. Bilongo sottolinea come le donne siano vittime di un doppio sfruttamento: lavorativo e sessuale. “Spesso i padroni – ha denunciato – si trasformano in predoni”. “Noi – ha affermato – ci siamo scagliati contro lo stato delle cose. Non è possibile e accettabile. Le nostre porte sono aperte a chiunque ma siamo andati oltre ci siamo trasformati in un sindacato di strada”. “Il made in Italy è ovunque apprezzato ma spesso dietro quei prodotti c’è un lavoro sfruttato e contratti schiavistici. L’agricoltura italiana ha una pianta lavorativa di 1,2 milioni di persone. Abbiamo un ambito di 180mila persone che vivono in condizioni di grave sfruttamento che a volte sono ridotti alla schiavitù. Non diciamo che tutta l’agricoltura sia macchiata dallo sfruttamento, ci sono molte realtà produttive rispettose del lavoro. Le 180mila sono prevalentemente migranti ma non esclusivamente. Ci sono anche italiani che vivono il martirio”.

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