Migrazioni: Caritas Ambrosiana, nuovi arrivi grazie ai “Corridoi universitari”. Gualzetti, “percorsi praticabili, sicuri, pedagogici per le comunità che accolgono”

I “Corridoi universitari” sono una declinazione specifica dei “Corridoi umanitari”, promossi da Conferenza episcopale italiana (tramite Caritas Italiana), d’intesa con i ministeri dell’Interno e degli Esteri, insieme a una pluralità di organismi internazionali e soggetti ecclesiali e del terzo settore. Proprio ieri – si legge in una nota di Caritas ambrosiana – sono sbarcati all’aeroporto di Fiumicino 152 rifugiati afgani, provenienti dai campi profughi del Pakistan; Caritas si è impegnata a trasferire e accogliere in Italia, in futuro, ulteriori 300 persone, cittadini afgani che si trovano in paesi di transito, come Pakistan e Turchia. Ma già da un quadriennio, la rete Caritas ospita in decine di diocesi, presso famiglie o accoglienze comunitarie, centinaia di persone provenienti da diversi Paesi africani, mediorientali e asiatici, “con l’obiettivo di costruire percorsi di integrazione sociale e inclusione lavorativa”.
Caritas Ambrosiana ha accolto, dopo lo sbarco di ieri, un rifugiato che è stato alto funzionario dello Stato afgano prima del nuovo avvento dei Talebani. Si aggiunge ai 35 rifugiati giunti in diocesi grazie ai Corridoi umanitari, prevalentemente eritrei, arrivati nei mesi e anni scorsi dai campi profughi del Sud Sudan. “Le comunità coinvolte nell’accoglienza dal 2018 sono 8, gli esiti dei percorsi sono stati differenti: alcuni rifugiati si sono trasferiti in un altro Paese europeo, raggiungendo parenti o conoscenti; altri stanno costruendo con tenacia le condizioni per un’autonomia; altri ancora sono stati inseriti in una seconda accoglienza per proseguire il percorso di integrazione; alcuni hanno abbandonato il percorso”.
“È evidente che i Corridoi, riservati a numeri significativi ma tutto sommato ristretti di particolari categorie di migranti (per lo più i rifugiati e i titolari di forme di protezione internazionale), non possono costituire, da soli, lo strumento di gestione del complesso fenomeno delle migrazioni – considera Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana –. Ma è altrettanto evidente che indicano percorsi praticabili, dignitosi e sicuri, pedagogici per le comunità che accolgono, integrabili nel ventaglio di misure cui devono tendere politiche capaci di coniugare realismo e umanità, legalità e solidarietà. Le soluzioni non sono semplici, ma non vi è nulla di impossibile. A patto di volersi davvero cimentare con le sofferenze e i diritti di gran parte dell’umanità. Sottraendoli a traversate mortali, a filiere criminali, alla strumentalizzazione della perenne polemica mediatica e della fabbricazione del consenso politico”.

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