Festival Dottrina sociale: don Massironi (Dsui), “costruire collegamenti per aprire anche le situazioni più oscure e asfittiche alla fraternità”

(Foto: Valentina Zamboni)

(da Verona) “Papa Francesco sa quanto i gesti parlino più delle parole. Il suo muoversi, agire, andare all’ambasciata russa credo abbia voluto dire in maniera molto chiara che la cultura dell’incontro è quella del visitarsi, del fare il primo passo, del cercare qualcuno da guardare negli occhi”. D’altra parte “il Papa non è un sovrano che sta seduto ad aspettare che gli altri arrivino ma si muove in prima persona, realmente a servizio”. Lo ha affermato questa mattina don Sergio Massironi, del Dicastero vaticano per il Servizio umano integrale, intervenendo al panel “Non lasciatevi vincere dal male” nella seconda giornata della XII edizione del Festival della Dottrina sociale in corso al Palaexpo Verona Fiere sul tema “Costruire la fiducia – La passione dell’incontro”.
Rispetto all’invasione russa dell’Ucraina, don Massironi ha anche ricordato l’attività della “Segreteria di Stato” e gli “sforzi diretti in ambito diplomatico di cui giustamente non sappiamo”. Si tratta di un “livello che siamo certi è in corso fin da prima dell’invasione russa”. A questo si è affiancata l’azione umanitaria con “due cardinali che sono andati sul posto per il sostegno alle Chiese locali”.
Il sacerdote ha poi parlato del suo settore di competenza e di come la Santa Sede con il Dicastero per il Servizio umano integrale sia “a servizio delle Chiese locali” per “essere davvero circolare tra periferie e centro”. C’è la dimensione dell’ascolto del territorio, “anche di quello che è tragico e si cerca di nascondere o è un germoglio che va rafforzato”. Da don Massironi la sottolineatura dell’esigenza di “coltivare e supportare la riflessione, ancora prima dell’azione”. “È importante che la Chiesa – ha ammonito – continui a essere un fattore di ritorno sulla realtà, che semini interrogativi, che cerchi soluzioni”. L’opportunità che ha la Chiesa cattolica è quella di “costruire collegamenti per aprire anche le situazioni più oscure e asfittiche alla fraternità”. Il sacerdote ha anche rilevato come la piattaforma formata da “Laudato si’” e “Fratelli tutti” rappresenti “un’opportunità a livello planetario”; “c’è una visione – ha spiegato – su cui di fatto convergono oggi gli uomini e le donne di buona volontà, chi vuole costruire il bene comune”. “A volte – ha notato – le Chiese locali non conoscono ancora a sufficienza questo patrimonio, è come se fossero sequestrati da altri priorità più interne alla vita ordinaria della Chiesa”; “questi due testi ci spostano fuori e ci danno un’agenda comune alla vita delle persone”. Don Massironi ha poi rimarcato come, “in questo momento storico” sia “indispensabile un lavoro e una riflessione ecclesiali, con voci, volti e competenze che non sono quelle del clero”.

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