Minori: Vicari (Osp. Bambino Gesù), “10% bambini e 20% adolescenti hanno disturbo mentale; +65% atti di autolesionismo o ideazione suicidaria”

Foto da diretta Facebook Save the Children

“Dal punto di vista della salute mentale i ragazzi stanno male. Il Covid è un’onda lunga che non tende a finire mentre l’Oms ci dice che un adolescente su 7 nel mondo ha un disagio mentale, non piscologico, mentale, perché i disturbi mentali non riguardano solo gli adulti. Almeno il 10% dei bambini ha un disturbo mentale; almeno il 20% degli adolescenti”. Ad affermarlo è Stefano Vicari, professore di psichiatria infantile presso l’Università Cattolica e responsabile della neuropsichiatria infantile all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, intervenuto oggi alla presentazione del XIII Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children.
“Il suicidio – ha spiegato – è la seconda causa di morte tra i 10 e i 25 anni. Una vecchia emergenza che non nasce con la pandemia ma che si è aggravata. Nel 2011 le consulenze in PS di psichiatria sono state 152; nel 2018-19 abbiano superato quota mille; nel 2020-21 ne abbiamo fatto 1.850 su arrivi in PS in ambulanza. I ricoveri in psichiatria sono aumentati del 40%; i disturbi alimentari del 30% in più; gli atti di autolesionismo e ideazione suicidaria sono aumentati addirittura del 65%. L’età media si sta abbassando e a pagare il prezzo più alto – precisa – sono le ragazze”. Qui, ha aggiunto, “si apre la questione della psichiatria di genere perché tutte le sperimentazioni farmacologiche sono fatte su maschi 40enni”.
Se il peggioramento è legato alla scomparsa di relazioni avvenuta durante il lockdown,” la salute mentale si basa su molti fattori di rischio: povertà materiale, non corretti stili di vita della donna in gravidanza; malnutrizione; scarsa stimolazione. A questo si aggiunge l’incontro tra bambini e cannabinoidi – la distinzione tra droga leggera e pesante non ha alcun senso – che avviene in prima media, a 11 anni. E poi le dipendenze da social network perché i ragazzi per chattare dormono poco. Eppure, avverte, le dipendenze contrastano con la maturazione cerebrale”.
Che fare? “Anzitutto – la tesi di Vicari – promuovere la salute mentale con la prevenzione. I fattori che sviluppano salute sono le grandi agenzie educative: famiglia, intesa come comunità che vuole bene, e scuola. Occorre consentire alla famiglia di avere tempo per stare insieme, occorre cambiare il modello economico del lavoro”. La scuola, da parte sua non deve essere “selezione per i futuri disoccupati”, ma “deve riscoprire il valore della relazione. Dietro la salvezza di alcuni ragazzini che a casa non hanno risorse c’è la scuola”. E poi l’offerta assistenziale: “I posti letto in psichiatria infantile sono poco meno di 400. Quelli dedicati alla psichiatria per gestire le emergenze poco più di 100. In ospedale ho un bambino che viene dalla Basilicata, due ragazze dall’Abruzzo. È degno questo di un Paese civile?”.

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