Ucraina: Comunione e liberazione, “dialogo” è “strada che può essere intrapresa subito”

“La guerra porta solamente morte e distruzione, cancella il riconoscimento fondamentale che l’altro è un bene. Esiste una strada possibile verso la pace nelle condizioni attuali? Sì, il dialogo. È una strada che può essere intrapresa subito, pur nelle tensioni che inevitabilmente permangono”. È quanto si legge nel volantino di Comunione e liberazione intitolato “La guerra in Ucraina e la ‘profezia per la pace’”. In questo “contributo offerto a tutti per comprendere il valore del giudizio di Papa Francesco e promuovere iniziative pubbliche di preghiera e confronto”, il movimento ecclesiale fondato da don Luigi Giussani sottolinea che “niente è più conforme della pace all’aspirazione profonda del cuore dell’uomo”. “Essa – viene osservato – è un ideale che non può mai cessare di essere perseguito e che non è ingenuo o astratto: il Papa fa i conti con l’umanità nella sua interezza, con le sue miserie e le sue menzogne, la sua avidità e la sua pretesa di dominio; e allo stesso tempo non si rassegna alla guerra come conseguenza inevitabile delle tensioni fra le persone, i popoli e le nazioni”. Per questo, “occorre fare di tutto perché la guerra non sia l’ultima parola e la politica non si trasformi fatalmente nella prosecuzione della guerra con altri mezzi. L’Europa, che è stata a lungo il luogo forse più belligerante del pianeta, nell’ultima fase della sua storia ha mostrato – pur con tanti limiti e drammatiche ricadute – che ciò è possibile”.
Per Cl, “la parola chiave è dialogo”. “Quando il filo del dialogo si spezza, quando i propri interessi diventano assoluti, si spalanca l’abisso senza fondo di uno scontro che lascia sul campo solo sconfitti e getta i semi di una futura e più feroce violenza”, viene rilevato, sottolineando che “il dialogo non è una chimera, ma l’unica ragionevole via d’uscita. In ogni situazione, anche la più cupa o la più incancrenita”. “Per poter essere con il Papa nella profezia per la pace, desideriamo maturare, educati dalla Chiesa e dai suoi testimoni, la coscienza che la pace è un bene per tutti gli uomini e la disponibilità a esserne autentici costruttori attraverso la nostra stessa vita”, conclude il movimento: “Ci impegniamo per queste ragioni a promuovere gesti di preghiera e momenti pubblici di confronto che possano favorire un approfondimento e una maggiore comprensione del valore racchiuso nel giudizio di Papa Francesco su quanto sta avvenendo”.

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