Papa Francesco: udienza, “le scelte importanti non vengono dalla lotteria”. No a “serenità artificiale”, sì a “sana inquietudine”

foto SIR/Marco Calvarese

“Le scelte importanti non vengono dalla lotteria: hanno un prezzo, e tu devi pagare quel prezzo, è un prezzo che devi fare col tuo cuore, è un prezzo della decisione, da portare avanti con un po’ di sforzo: non è gratis, ma alla portata di tutti. Noi tutti dobbiamo pagare questa decisione per uscire dallo stato dell’indifferenza, che ci butta già sempre”. Lo ha spiegato, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro. La desolazione, ha osservato Francesco, “provoca uno scuotimento dell’anima – quando uno è triste è come se l’anima si scuotesse – mantiene desti, favorisce la vigilanza e l’umiltà e ci protegge dal vento del capriccio. Sono condizioni indispensabili per il progresso nella vita, e quindi anche nella vita spirituale”. Per molti santi e sante, infatti, “l’inquietudine è stata una spinta decisiva per dare una svolta alla propria vita”, ha detto il Papa citando “il caso di Agostino di Ippona, di Edith Stein, di Giuseppe Benedetto Cottolengo, di Charles de Foucauld”.
“Questa serenità artificiale non va: va la sana inquietudine, il cuore inquieto, che cerca la strada”, il commento a braccio. La desolazione, inoltre, per Francesco è anche “un invito alla gratuità, a non agire sempre e solo in vista di una gratificazione emotiva”: “Essere desolati ci offre la possibilità di crescere, di iniziare una relazione più matura, più bella, con il Signore e con le persone care, una relazione che non si riduca a un mero scambio di dare e avere”. “Pensiamo alla nostra infanzia”, l’esempio scelto dal Papa: “Da bambini, capita spesso di cercare i genitori per ottenere da loro qualcosa, un giocattolo, i soldi per comprare un gelato, un permesso… E così li cerchiamo non per se stessi, ma per un interesse. Eppure, il dono più grande sono loro, i genitori, e questo lo capiamo man mano che cresciamo. Anche molte nostre preghiere sono un po’ di questo tipo, sono richieste di favori rivolte al Signore, senza un vero interesse nei suoi confronti. Andiamo a chiedere, chiedere, chiedere…”.

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