Minori: Save the Children, mancano 1.400 pediatri di base. Famiglie abbienti ricorrono al privato. Diagnosi tumori -33%

Nel nostro Paese mancano all’appello 1.400 pediatri di base mentre la pandemia ha acuito i divari sanitari territoriali e fatto esplodere problemi stratificati negli anni. Nel decennio pre-Covid-19 l’Italia ha dedicato sempre meno risorse pubbliche all’assistenza sanitaria per la quale nel 2019 ha investito il 6,4% del Pil con la conseguenza che le famiglie italiane più abbienti con figli minorenni (5° quintile) spendono in media per la salute circa 250 euro mensili, affidandosi quindi di più ai privati, mentre quelle meno abbienti (1° quintile) non raggiungono un quinto di tale spesa (meno di 50 euro) al centro nord, o lo superano di poco nel Mezzogiorno , affidandosi quindi molto di più al Ssn, quando presente. Lo rivela il XIII Atlante dell’infanzia a rischio presentato oggi a Roma da Save the Children.
Nella ripartizione dei fondi pubblici per la salute, si legge nel report, solo il 12% è impiegato nella prevenzione e nella medicina di base, fondamentali per la salute dei bambini nel medio e lungo periodo. Nonostante il crollo demografico – con meno di 400mila nati nel 2021 – mancano all’appello sui territori ben 1.400 pediatri di base e la media di bambini under14 assistiti per pediatra è pari a 883, sebbene vi sia un limite stabilito per legge di massimo 800 assistiti per pediatra, mentre lo screening neonatale esclude ancora, in molte regioni, alcune malattie anche gravissime, che potrebbero essere diagnosticate precocemente. Ridotte nel biennio 202-21 le vaccinazioni nei primi mesi di vita; drastica la contrazione delle diagnosi di tumore pediatrico ridotte del 33% nel 2020.

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