Afghanistan: Centro Astalli, “l’Europa chiude le porte alla disperazione”

“L’Europa chiude le porte alla disperazione”. È la condanna del Centro Astalli che giunge dopo il Consiglio Affari interni dell’Ue, di ieri, dedicato alla crisi in Afghanistan, definito un’“ennesima occasione mancata di dare priorità a dignità e diritti, di scegliere la via della solidarietà nei confronti di scappa da guerra e persecuzione”. “In un tragico gioco degli specchi cui siamo costretti ad assistere da anni – afferma padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli -, l’Europa si continua a definire in pericolo, sotto attacco e in situazione di perenne emergenza, ritenendo di dover proteggere se stessa da uomini e donne disperati in fuga da guerre e crisi umanitarie”. Da qui la richiesta reiterata del Centro Astalli per “la fine di accordi di esternalizzazione, proposti anche per gestire la crisi afgana: il fallimento degli ultimi anni, il costo in termini di vite umane e la condizione di ricattabilità in cui ci si va a porre – spiegano dal Centro – li rendono da ogni punto di vista inadeguati e deprecabili; l’apertura di vie di ingresso legali per i richiedenti protezione internazionale dall’Afghanistan e dalle aree di crisi del Mediterraneo; programmi di accoglienza e integrazione per quote significative di rifugiati da gestire con meccanismi di corresponsabilità e ripartizione tra tutti gli Stati Ue”. Dal Centro anche la richiesta per “un cambio radicale in politica estera che consenta di mettere al centro la pace e la sicurezza da perseguire con tutti gli strumenti della diplomazia e del dialogo”.

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