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Regno Unito: Brexit, diritti negati ai cittadini europei? Verso una nuova “generazione Windrush”

Domande di visto andate perdute, ore al telefono in attesa di avere informazioni, un sistema digitale molto complicato impossibile da usare per anziani e persone con scarsa istruzione. Per i cittadini europei che hanno perso i loro diritti dopo il referendum su Brexit del 23 giugno 2016 e stanno facendo domanda di settled status il sistema avviato dal ministero dell’interno è molto complesso e difficile da utilizzare. Chi proviene dalla Ue rischia di diventare membro di una nuova “generazione Windrush”, dal nome della nave che portò nel Regno Unito centinaia di migranti giamaicani ai quali era stato promesso il diritto di rimanere e che vennero poi deportati. Questa la conclusione alla quale sono giunti i rappresentanti dell’organizzazione “Three millions”, fondata per difendere i diritti degli europei nel Regno Unito, intervenuti a un webinar organizzato dall’Associazione londinese stampa estera. “Entro il 1° luglio, termine ultimo per la richiesta del visto, vi saranno migliaia di persone che non saranno riuscite a fare domanda e che rischieranno di perdere il diritto di lavorare e rimanere”, ha spiegato Luke Piper. “Ci sono anche trecentomila europei che hanno fatto richiesta di visto ma ai quali il ministero dell’Interno britannico non ha ancora dato risposta. Non potendo dimostrare i loro diritti si trovano a rischio perché il datore di lavoro o il proprietario della casa possono chiedere loro, in qualunque momento, di dimostrare il settled status”.

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