Papa Francesco: Corpus Domini, “dobbiamo andare in città, incontrare la gente, imparare a risvegliare la sete di Dio”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Tutti noi camminiamo nella vita con una brocca in mano: abbiamo sete di amore, di gioia, di una vita riuscita in un mondo più umano. E per questa sete, l’acqua delle cose mondane non serve, perché si tratta di una sete più profonda, che solo Dio può soddisfare”. È cominciata con questa immagine l’omelia della messa per il Corpus Domini, celebrata ieri pomeriggio dal Papa nella basilica di S. Pietro. “Per celebrare l’Eucaristia – ha spiegato Francesco – bisogna anzitutto riconoscere la propria sete di Dio: sentirci bisognosi di Lui, desiderare la sua presenza e il suo amore, essere consapevoli che non possiamo farcela da soli ma abbiamo bisogno di un Cibo e di una Bevanda di vita eterna che ci sostengono nel cammino”. “Il dramma di oggi è che spesso la sete si è estinta”, la denuncia del Papa: “Si sono spente le domande su Dio, si è affievolito il desiderio di Lui, si fanno sempre più rari i cercatori di Dio. Dio non attira più perché non avvertiamo più la nostra sete profonda. Ma solo dove c’è un uomo o una donna con la brocca per l’acqua – pensiamo alla Samaritana – il Signore può svelarsi come Colui che dona la vita nuova, che nutre di speranza affidabile i nostri sogni e le nostre aspirazioni, presenza d’amore che dona senso e direzione al nostro pellegrinaggio terreno”. “È la sete di Dio che ci porta all’altare”, ha sintetizzato Francesco: “Se manca la sete, le nostre celebrazioni diventano aride. Anche come Chiesa, allora, non può bastare il gruppetto dei soliti che si radunano per celebrare l’Eucaristia; dobbiamo andare in città, incontrare la gente, imparare a riconoscere e a risvegliare la sete di Dio e il desiderio del Vangelo”.

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