Venerdì Santo: mons. Delpini (Milano), l’“ultimo grido” con cui “Gesù dice: ‘vi ho amato fino alla fine, vi chiamo a conversione’”

La “tragica storia” di Gesù crocifisso, il “giusto ingiustamente condannato”, “non è stata raccontata per fare esplodere lo scandalo: del resto chi ancora si scandalizza; non è stata raccontata per far perdere la stima di sé ai figli degli uomini; non è stata raccontata per aizzare a protestare contro il potere e contro l’ingiustizia, contro la stupidità scriteriata; non è stata raccontata per indurre a una patetica compassione. La tragica storia è stata scritta per essere Evangelo: annuncio di salvezza, invito a conversione”. Lo ha ricordato ieri l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, durante la liturgia del Venerdì Santo che ha presieduto in duomo.
La riflessione dell’arcivescovo si è soffermata sull’“ultimo grido” di Gesù che “squarcia il velo del tempo”. E ha provato a “decifrarlo” come “grido che vuole essere l’estrema dichiarazione di amore per tutte le comparse della tragica storia”. “Grido a voi per dirvi: io vi ho amato, vi ho amato fino alla fine, vi ho amato e vi amo. Vi chiamo a conversione” è l’esortazione contenuta nelle parole di Gesù agli uomini del tempio, agli uomini del sacro, ai custodi della legge, agli uomini del potere, ai ladroni crocifissi con lui, a Barabba brigante preferito al giusto, agli assassini e delinquenti, ai discepoli pavidi, ai tribolati della storia, ai morti e sepolti nella disperazione, ai malati, “tormentati da spiriti cattivi e dal male che scava nella carne e nell’anima”. L’invito a tutti è lo stesso: “Convertitevi”. “Lasciatevi convincere a servire, a cercare la giustizia, la pace”; “non accontentatevi di piccole gioie” ma “cercate prima il regno dei cieli” e “convertitevi alla speranza”. “Io sono risurrezione e vita. Uscite dai vostri sepolcri, entrate nella vita di Dio. Io sono andato a prepararvi un posto. Io sono la vita e non voglio che nessuno muoia di coloro che amo. Io vi ho amato, io vi amo, perché il Padre vuole che tutti siano salvate e che nessuno vada perduto e che nessuna lacrima resti senza consolazione”.

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