Venerdì Santo: card. Bassetti (Perugia), “non si tolga all’uomo la Croce. Accogliamola e portiamola come un messaggio d’amore, perdono e speranza”

“Se si togliesse la croce, l’esistenza cristiana diventerebbe più una recita che una vita. E non illudiamoci – qualcuno tenta di farlo -, che eliminando la Croce dal vocabolario, o dagli uffici pubblici, il linguaggio cristiano diventi più comprensibile e alla portata di tutti”. È il monito lanciato ieri dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, durante la liturgia del Venerdì Santo che ha presieduto in cattedrale.
Nell’omelia, il porporato ha evidenziato che “la Croce, da quando Gesù vi ha steso sopra le proprie braccia, non è più maledizione, è diventa Vangelo, cioè un lieto annunzio, cioè fonte di vita nuova”. “Su quella Croce – ha proseguito – è stata sconfitta la legge per l’amore per se stessi, dell’egoismo, perché su di essa stese le sue braccia Colui che ha vissuto per gli altri fino alla morte, fino a dare tutto se stesso”. “Gesù – ha sottolineato Bassetti – ha tolto agli uomini con il suo gesto il calvario, la paura di donarsi, la paura di essere solidali e il rischio che tutti possiamo correre di vivere soltanto per noi stessi, che è il pericolo più grande. La Croce sta al centro del cristianesimo, segna la nostra vita”.
“La Croce, innanzitutto, va accolta nel cuore e nella vita”, ha ammonito il cardinale che ha ricordato quanto diceva Giovanni Paolo II: “La Croce è la prima lettera dell’alfabeto di Dio, essa è inscritta nella vita dell’uomo e nessuno quindi, se è inscritta da Dio, la può cancellare; volerla escludere dalla propria esistenza è come volere ignorare la realtà della natura umana”.
Bassetti ha voluto condividere una “piccola testimonianza personale”: “Nei momenti più bui della mia malattia, nella lunga degenza al nostro ospedale cittadino e poi al Gemelli di Roma, quanta consolazione – lo dico con forza – ho ricevuto dallo sguardo rivolto al Crocifisso che sempre stava dinanzi a me e dinanzi agli altri fratelli e sorelle ammalati”. “Non venga a nessuno la tentazione di toglierlo, anche dai luoghi pubblici, perché l’Uomo della Croce è in grado di parlare al cuore di tutti gli uomini e di tutte le donne”, l’esortazione del cardinale, convinto che “è la Croce che fa la diversità del cristiano”. “Accogliamo la Croce e portiamola come un messaggio d’amore, un messaggio di perdono, un messaggio di speranza. E Cristo, statene certi, non deluderà mai”, ha concluso.

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