Pasqua: mons. Tessarollo (Chioggia), “le nostre vite possano presto tornare a ‘rifiorire’, liberati dalla pandemia”

“Le nostre vite possano presto tornare a ‘rifiorire’, liberati dalla pandemia, dalle sue paure e restrizioni, certi che il Signore nostro Dio sarà sempre il nostro liberatore, come si è manifestato liberatore per il suo Figlio morto e risorto ‘per noi uomini e per la nostra salvezza’”. Si conclude con queste parole l’augurio pasquale di mons. Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, pubblicato dal settimanale diocesano “Nuova scintilla”.
La riflessione del presule parte da quanto stiamo vivendo da oltre un anno. “È una situazione – commenta – che ha creato morte, sospensione di tante attività umane, culturali e lavorative, limitazione di rapporti personali anche tra familiari, amici e parenti. Bambini e studenti sono stati privati di libertà di associazione, di godere degli spazi ricreativi in compagnia dei loro amici. Ne hanno sofferto giovani, adulti e anziani a causa del notevole ridimensionamento delle manifestazioni sociali e religiose”. Mons. Tessarollo invita a “valutare quali e quanti aiuti abbiamo avuto in questo tempo, aiuti di vario genere, anche morali e spirituali, con i quali abbiamo affrontato la pandemia, che poteva anche andare molto peggio”. “Abbiamo conservato la fede? L’abbiamo indebolita, perduta, rinforzata o ritrovata?”, domanda. Richiamando poi quanto scritto nel libro del profeta Geremia – “Mi fu rivolta questa parola del Signore: ‘Che cosa vedi, Geremia?’. Risposi: ‘Vedo un ramo di mandorlo’. Il Signore soggiunse: ‘Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla’” – il vescovo esorta a non dimenticare mai che “Dio vigila sulla nostra vita per il nostro bene, per la nostra salvezza. Talvolta il suo intervento, come nel caso del profeta Geremia, è intervento di correzione, in vista del bene del suo popolo”. “Ci auguriamo – prosegue mons. Tessarollo – di non aver vissuto questa esperienza invano, come ricorda spesso Papa Francesco. Diventi una lezione che ci migliora nel rispetto della natura, nella sobrietà di vita, nella solidarietà, nella fratellanza umana e nella comprensione piena del senso presente e ultimo della vita, come insegna la Pasqua di Cristo”.

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