Pasqua: mons. Antonazzo (Sora), “è necessario uno scatto di virtù umane, sociali, educative e spirituali”

“Speravamo di celebrare e festeggiare l’evento cristiano in modo più ‘normale’; invece, restiamo ancora condizionati dalla diffusione del contagio epidemico. È desiderio di tutti potersi vaccinare quanto prima. È scioccante il gioco di profitto dietro certi meccanismi perversi di interessi commerciali. Se così fosse, e se davvero siamo come in guerra contro il virus, allora dobbiamo sospettare una lacerante illegalità contro il bene dell’umanità”. Lo scrive mons. Gerardo Antonazzo, vescovo di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, rivolgendosi a genitori e figli, così duramente esposti al rischio di una “catastrofe educativa”, giovani e adulti, istituzioni e associazioni di volontariato, ragazzi e anziani, imprese e lavoratori, tanti disoccupati, cassintegrati o licenziati, ammalati e personale sanitario, in occasione della Pasqua.
“Il vaccino può sconfiggere la pericolosità del contagio, ma non basta: qualcosa di strutturale deve cambiare per evitare altri disastri e tragedie che sono dietro l’angolo – osserva il presule –. Perché davvero ‘nulla sia come prima’ è necessario che ‘nessuno resti quello di prima’. Bisogna cambiare i nostri stili di vita, migliorare la qualità dei beni relazionali, educare al rispetto tra le generazioni, modificare i nostri costumi e i nostri consumi, custodire i processi educativi, assumersi la responsabilità nei confronti della ‘casa comune’, dell’ambiente, per un’ecologia integrale. Lo sviluppo sfrenato non è vero progresso”.
Per il vescovo, “è necessario uno scatto di virtù umane, sociali, educative e spirituali”. Ogni “sforzo umano di miglioramento è buono e necessario. Ma può non essere sufficiente. Nell’incontro con la Pasqua di Cristo ci viene offerta la possibilità di non essere più quelli di prima, diventare creature nuove; possiamo ricominciare una vita nuova. Non c’è niente di più bello: ricominciare a vivere in modo diverso. Basta ricordare ai tanti contagiati dal virus costretti alla terapia intensiva e, poi, guariti: ritorna il respiro, ritorna la vita”. Ecco, “la Pasqua ci restituisce il respiro dell’anima perché ci cambia il cuore e la vita! La Pasqua di Cristo inocula nell’animo umano il vaccino di un amore che ci guarisce da tutte le varianti del peccato, anche le più perniciose. Solo la bellezza dell’amore può salvare l’umanità. La Pasqua risana il contagio dal male, e risucchia il pericolo di nuove diseguaglianze, ingiustizie, povertà, malattie e sofferenze”. E conclude: “Coraggio, Cristo ha sacrificato la sua vita per rendere migliore la nostra, perché nessuno resti quello di prima”.

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