Papa Francesco: veglia pasquale, “è possibile ricominciare sempre, anche in questi mesi bui di pandemia”

“È possibile ricominciare sempre, perché c’è una vita nuova che Dio è capace di far ripartire in noi al di là di tutti i nostri fallimenti”. È il primo annuncio di Pasqua, proclamato dal Papa nell’omelia della Veglia pasquale, celebrata per il secondo anno consecutivo nella basilica di San Pietro con le misure restrittive imposte dalla pandemia ancora in corso. “Anche dalle macerie del nostro cuore Dio può costruire un’opera d’arte, anche dai frammenti rovinosi della nostra umanità Dio prepara una storia nuova”, ha spiegato Francesco, secondo il quale “egli ci precede sempre: nella croce della sofferenza, della desolazione e della morte, così come nella gloria di una vita che risorge, di una storia che cambia, di una speranza che rinasce. E in questi mesi bui di pandemia sentiamo il Signore risorto che ci invita a ricominciare, a non perdere mai la speranza”. L’immagine iniziale scelta dal Papa è quella delle donne che vanno al sepolcro di Gesù: “pensavano di trovare la salma da ungere, invece hanno trovato una tomba vuota. Erano andate a piangere un morto, invece hanno ascoltato un annuncio di vita”. Di qui lo stupore, cioè “un timore misto a gioia, che sorprende il loro cuore nel vedere la grande pietra del sepolcro rotolata via e dentro un giovane con una veste bianca. È la meraviglia di ascoltare quelle parole: ‘Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto’. E poi quell’invito: ‘Egli vi precede in Galilea, là lo vedrete’”. “Accogliamo anche noi questo invito, l’invito di Pasqua: andiamo in Galilea dove il Signore Risorto ci precede”, l’esortazione di Francesco: “Andare in Galilea significa, anzitutto, ricominciare. Per i discepoli è ritornare nel luogo dove per la prima volta il Signore li ha cercati e li ha chiamati a seguirlo. È il luogo del primo incontro e del primo amore. Da quel momento, lasciate le reti, essi hanno seguito Gesù, ascoltando la sua predicazione e assistendo ai prodigi che compiva. Eppure, pur stando sempre con Lui, non lo hanno compreso fino in fondo, spesso hanno frainteso le sue parole e davanti alla croce sono scappati, lasciandolo solo. Malgrado questo fallimento, il Signore Risorto si presenta come Colui che, ancora una volta, li precede in Galilea; li precede, cioè sta davanti a loro. Li chiama e li richiama a seguirlo, senza mai stancarsi. Il Risorto sta dicendo loro: ‘Ripartiamo da dove abbiamo iniziato. Ricominciamo. Vi voglio nuovamente con me, nonostante e oltre tutti i fallimenti’”. “In questa Galilea impariamo lo stupore dell’amore infinito del Signore, che traccia sentieri nuovi dentro le strade delle nostre sconfitte”, l’invito del Papa.

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