Coronavirus Covid-19: Treviso, morti due sacerdoti. Ieri i funerali di don Pietro Confortin, sabato quelli di don Pietro Mozzato

È stato celebrato ieri, nella chiesa di Santa Maria Assunta a Mogliano Veneto (Treviso), il funerale di don Pietro Confortin, per 33 anni parroco del Sacro Cuore, nel quartiere ovest della cittadina. Si tratta del primo sacerdote diocesano morto a causa del Covid-19 a 92 anni, subito seguito da don Pietro Mozzato, 93 anni, per oltre 40 anni parroco a Vetrego di Mirano (Venezia), i cui funerali saranno celebrati sabato 17 aprile.

A presiedere la celebrazione il vescovo Michele Tomasi, con il quale hanno concelebrato il vescovo emerito, Paolo Magnani, i parroci di Mogliano e numerosi sacerdoti. Mons. Tomasi ha salutato le sorelle, il fratello e i familiari tutti di don Pietro e ha ringraziato la Casa del clero, la residenza diocesana per preti anziani, “preziosa comunità presbiterale alla quale va un ricordo particolare, in questo momento difficile, durante il quale ci ha lasciati anche don Pietro Mozzato – ha ricordato il vescovo -, per il grande impegno che viene quotidianamente profuso per il bene degli ospiti e per la testimonianza di fortezza e di autentica fraternità che la comunità dei presbiteri anziani sta dando a noi tutti”. La comunità della Casa del clero, infatti, sta uscendo in questi giorni da un periodo difficile, che ha visto alcuni ospiti colpiti dal virus, dopo un anno in cui la struttura è stata indenne dal contagio. Tra questi, appunto, don Confortin e don Mozzato, che nelle scorse settimane avevano ricevuto, come gli altri ospiti, le due dosi di vaccino.
Nell’omelia mons. Giuseppe Rizzo, delegato vescovile per la Vita consacrata, ha ricordato il suo impegno pastorale come cappellano in 5 grandi parrocchie della diocesi, dal 1955 al 1970, e come parroco a Cappella di Scorzè e poi, soprattutto, al Sacro Cuore di Mogliano, in un quartiere di recente urbanizzazione e in anni di forti transizioni, ha sottolineato mons. Rizzo, in cui bisognava “calibrare l’azione pastorale perché nessuno si sentisse escluso e rendere operativa la rete fra le parrocchie della città”.

Forte il cordoglio anche a Vetrego, per la morte di don Mozzato, che difese l’identità di una frazione rimasta praticamente “isolata” tra l’autostrada A4, l’alta velocità ferroviaria e il Passante di Mestre. Una situazione di cui si occupò anche la stampa nazionale, oltre a una tesi di laurea.

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