Myanmar: visita a Yangon del generale Min aung Hlaing al card. Bo. Appello dell’arcivescovo perché “si compiano sforzi straordinari di pace”

Il generale Min aung Hlaing, comandante in capo delle Forze armate della Birmania che con il colpo di Stato del 1° febbraio scorso, si è auto-proclamato presidente della giunta militare, si è recato oggi nella residenza del card. Charles Bo, arcivescovo di Yangon e presidente dei vescovi cattolici birmani, per uno scambio di auguri di Natale. L’arcivescovo ha rivolto al generale un messaggio di pace, nel quale fa riferimento alla visita apostolica di papa Francesco in Myanmar nel 2017, durante la quale il Santo Padre ha incontrato leader politici, diplomatici e leader religiosi. “Tra loro – si legge nell’appello giunto al Sir da Yangon – lei è stata la prima persona che lui ha incontrato. Così come il Santo Padre è stato profondamente toccato dal calore, dall’amore, dalla semplicità e dalla speranza del popolo birmano durante la sua visita, così è stato profondamente rattristato nel sapere della situazione attuale in Myanmar e ha ripetutamente pregato e chiesto di lavorare con decisione e forza per la pace, lo sviluppo, la serenità”. “Mentre ci incontriamo per rafforzare una vera amicizia in occasione di questo Natale – ha quindi proseguito l’arcivescovo –, incoraggio e chiedo a tutto il popolo, in tutti i contesti di vita, di compiere sforzi straordinari per portare pace, unità, sviluppo al paese attraverso il perdono, il rispetto reciproco, la creazione di opportunità nuove per le generazioni più giovani, sincero dialogo e riconciliazione. È il mio più grande desiderio e la mia preghiera: che questa Nazione possa vivere all’altezza delle sue promesse di pace, prosperità, gioia e speranza senza fine”. Il cardinale, nel suo discorso, ha parlato delle tante oscurità che attraversano il Paese: l’oscurità della pandemia, del conflitto, della disperazione, dell’odio e della vendetta. “Papa Francesco è venuto pellegrino di pace in questa terra”. “Auguro che con la nascita del Principe della pace, la luce eterna dell’amore e della pace brilli su tutti noi. Che il Principe della pace ci liberi dalla illegalità e ci faccia vivere nella luce della giustizia. Questa è la mia preghiera per tutti noi e per il nostro Paese”. Ricordando quindi il canto degli angeli, “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e Pace in terra agli uomini di buona volontà”, l’arcivescovo ha detto: “Nutro il grande desiderio che tutti i cuori del popolo del Myanmar possano gioire della vera pace e della libertà. Che il canto di guarigione e di speranza giunga in tutte le aree di conflitto, aree dove le relazioni umane si sono rotte, di lacrime”.
Il 1° febbraio Min aung Hlaing si è auto-proclamato presidente del Consiglio di amministrazione dello Stato (l’organo esecutivo della giunta militare) dopo che l’esercito ha destituito il presidente Win Myint e la consigliera di Stato Aung San Suu Kyi attraverso un colpo di Stato col quale è stato imposto lo stato di emergenza. Da allora sono iniziate una serie di manifestazioni di protesta che sono via via degenerate in veri e propri massacri e repressioni violente.

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