Natale: mons. Satriano (Bari-Bitonto), “compassione, tenerezza e vicinanza ci vengono donate come invito a rimanere umani”

“Il Natale ritorna in un tempo ancora difficile e faticoso per molti. Un’altra ondata pandemica sconvolge la vita di tanti nel mondo: perfino le roccaforti del benessere avvertono il doloroso impatto con un virus che cambia continuamente la propria capacità devastante e ci ammutolisce”. Lo scrive mons. Giuseppe Satriano “alle sorelle e ai fratelli della Chiesa di Bari-Bitonto” per l’augurio di Natale. “I dati a riguardo e le continue trasmissioni radiotelevisive sull’argomento da un lato assicurano il servizio dell’informazione, ma dall’altro alimentano insicurezza e scetticismo per i molti contraddittori, spesso volgari e rabbiosi, a cui si assiste. A questo si aggiunge l’inarrestabile fiume umano di bambini e adulti che bussano alle porte dell’Europa, fuggendo da guerre, persecuzioni, carestie e povertà, e che spesso si ritrovano a misurarsi con la chiusura di cuori, rintanati nella sicurezza di fili spinati e di mura ciclopiche. Non così per il virus che attraversa continenti e, passando da frontiera a frontiera, ancora una volta, evidenzia la piccolezza di politiche miopi e mette a nudo la nostra incapacità di comprendere la vita”.
Dinanzi a questo scenario, “il Natale di Gesù – scrive Satriano – torna a riproporci la verità contenuta nella mangiatoia di Betlemme. Compassione, tenerezza e vicinanza ci vengono donate come chiaro invito a rimanere umani. Nel silenzio di cui è avvolto, il Natale ci invita a radicare il cuore in Dio, orientando la vita a un approccio mite, capace di aprire strade profumate di futuro e di speranza, come per i pastori e i Magi”.
L’arcivescovo osserva ancora: “siamo disposti ad accogliere nel silenzio il Verbo che viene? È questa la domanda a cui ciascuno è chiamato a rispondere, con tutto il bagaglio di provocazione che tale accoglienza comporta. Dio non può essere ridotto ai nostri schemi e concetti, alle nostre parole, che ne banalizzano l’essenza. Prima delle nostre liturgie, prima dei momenti di intimità familiare, insieme a qualcuno o da soli, proviamo a vivere un breve momento di silenzio per accogliere il Signore che viene. Con Lui il cuore e la vita si volgano verso i fratelli e le sorelle che siamo chiamati ad amare. Attraverso di Lui possiamo riconoscere più chiaramente la dignità di ogni essere umano, la bellezza del creato e il coraggio della responsabilità verso questa esistenza che ci è donata”.

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