Sinodo: card. Grech, “il cammino sinodale in Italia sarà di esempio alle altre Chiese”

“La realizzazione virtuosa del processo sinodale da parte delle Chiese che sono in Italia sarà di esempio alle altre Chiese e agli altri episcopati”. Ne è convinto il card. Mario Grech, segretario generale del Sinodo di vescovi, che nel suo intervento all’Assemblea generale straordinaria della Cei, in corso a Roma con la partecipazione di oltre 210 vescovi, ha messo in guardia dal rischio di “voler sovraccaricare il processo sinodale di altri significati e obiettivi, di voler aggiungere cose da fare per raggiungere ulteriori risultati, oltre l’esperienza condivisa di ascolto del Popolo di Dio sulla sinodalità e la Chiesa sinodale”. “Tale rischio riguarda soprattutto chi ha pensato un percorso sinodale prima della proposta formulata dalla Segreteria Generale del Sinodo”, ha sottolineato il cardinale: “Questo è il caso del vostro Cammino sinodale, tradotto nella Carta d’intenti presentata al Papa. In essa i primi due anni sono riservati all’ascolto, il primo dal basso, il secondo dalle periferie. Si tratta di un progetto armonico, di grande respiro, che potrebbe essere di esempio anche per altre Chiese. Ciò che può aver infastidito qualcuno è la sovrapposizione dei tempi: la proposta della Segreteria Generale del Sinodo può essere sembrata un fastidioso contrattempo. Vi ringrazio di aver parlato da subito di armonizzazione dei due percorsi. Mi auguro che l’armonizzazione sia tale che vogliate dedicare il primo anno a realizzare la richiesta di ascolto avanzata dal Sinodo della Chiesa universale”. “Tutti sanno con quale insistenza il Santo Padre ha richiesto che si facesse un Sinodo della Chiesa Italiana”, ha ricordato Grech a proposito del “posto che riveste la Cei per essere la Conferenza episcopale a cui formalmente appartiene il vescovo della Chiesa di Roma”. “Un esempio di processo sinodale ben attuato aiuterà tutta la Chiesa nella crescita di quella mentalità e di quello stile sinodale che tutti attendiamo dalla celebrazione di questo Sinodo”, l’auspicio del porporato, secondo il quale “la posta in gioco è alta: ottenere dei risultati senza maturare uno stile sinodale consegnerebbe la Chiesa a una delusione che comprometterebbe il futuro della sinodalità e della stessa Chiesa. Meglio che il Popolo di Dio nelle nostre Chiese si confronti sull’interrogativo fondamentale, piuttosto che parlare di qualsiasi cosa, senza costrutto e soprattutto senza direzione. Ciò che conta è maturare una vera mentalità sinodale”.

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