Teologia: Martinez (Rns), “spesso riflessione teologica non si muove sintonica con la vita dei credenti”

“Spesso la riflessione teologica non si muove sintonica con la vita dei credenti e con l’esperienza cristiana che emerge dalle attese del popolo di Dio, ancora prima che delle Istituzioni e di tutte le mediazioni ecclesiali”: è quanto ha rimarcato ieri Salvatore Martinez, presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, durante il primo appuntamento del ciclo di Incontri “I Colloqui dello Spirito. Per una teologia dell’esperienza nel tempo della crisi”, iniziativa promossa da RnS e Pontificia Università della Santa Croce e ispirata dal verso della Lettera di san Paolo agli Efesini “a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo” (4, 23-24a). La proposta, con cadenza quadrimestrale, intende “approfondire alcuni ambiti di riflessione teologica in chiave spirituale, per cercare nell’azione sempre nuova e rinnovatrice dello Spirito una ricomposizione culturale alle tante e urgenti fratture che il tempo soffre”. L’invito, ha aggiunto Martinez, è dunque quello “a rinnovare il nostro modo di pensare, per avere, nello Spirito, il pensiero di Cristo. Dove c’è lo Spirito, attraverso la luce c’è definizione e c’è direzione per la nostra fede, e sebbene è in profonda crisi l’humus profetico, la sottomissione allo Spirito costituisce l’unico modo per vincere la crisi stessa, in questo cammino da proseguire insieme”. Parole raccolte da mons. Rino Fisichella, arcivescovo e presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione: “L’obbedienza allo Spirito è l’obbedienza a riscoprire costantemente la vita dello Spirito, concreta, attuale, non una consuetudine o la stanca ripetizione di ciò che abbiamo sempre fatto. È il coraggio di guardare con gli occhi dello Spirito la sua azione nella vita del mondo e nella vita peculiare della Chiesa. E, come Chiesa e come teologi, dobbiamo fare lo sforzo di capire che siamo di fronte una cultura digitale che pone in crisi le nostre identità, ci sfida e ci immette in una dimensione globale che crea nuovi linguaggi, nuovi comportamenti, nuovi criteri per portare l’annuncio del Vangelo”.

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