Solidarietà: Azione contro la fame lancia il nuovo progetto “Dall’emergenza all’autonomia” per aiutare famiglie in difficoltà

Azione contro la fame lancia il nuovo progetto “Dall’emergenza all’autonomia”, “un’attività pilota” – si legge in un comunicato diffuso oggi – che, in un momento di emergenza economica e sociale, mira a sostenere chi ha “difficoltà di accesso al cibo e a una sana alimentazione fino alla piena autosufficienza”. Il programma, che nasce nella cornice della campagna internazionale di sensibilizzazione “Mai più fame”, riserverà una particolare attenzione alle famiglie con due o più figli (soprattutto con bambini con età inferiore ai 5 anni), con donne in gravidanza o neomamme, con genitori disoccupati o impegnati in lavori occasionali, con donne vittime di violenza. L’azione si svolgerà lungo tre direttrici di intervento: un sostegno alla spesa con tessere spesa mensili, che integrano le entrate e consentono l’acquisto di cibo e beni di prima necessità; una educazione alimentare per indirizzare i beneficiari verso una dieta sana e bilanciata che favorisca la salute e il benessere del nucleo familiare, grazie al supporto degli esperti in nutrizione dell’organizzazione); un’attività di formazione finalizzata allo sviluppo delle competenze personali, sociali e professionali per favorire l’occupabilità e costruire la sicurezza alimentare nel lungo periodo. L’intervento, nella sua prima fase, coinvolgerà 50 famiglie vulnerabili della periferia di Milano (250 persone in totale) già nei primi mesi del 2022 e, inizialmente, si svilupperà all’interno del Municipio 8 della città, irrobustendo ulteriormente il contributo offerto dall’attuale rete di solidarietà già attiva intorno al nuovo Hub spazio “indifesa delle famiglie” del quartiere Gallaratese. “In questa difficile congiuntura economica, acuita dall’impatto del Covid-19 – ha dichiarato Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la fame – l’insicurezza alimentare ha dimostrato di sapersi incuneare in modo assai veloce anche nei Paesi considerati ‘sviluppati’. Siamo, in tal senso, chiamati a non ‘archiviare’ la pandemia come fenomeno esclusivamente sanitario: occorre accendere i fari dell’opinione pubblica anche sulle nuove sofferenze generate dalle pur necessarie misure di contenimento dei mesi scorsi”.

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