Siria: Youssef Absi (patriarca melkita), si può annunciare il Vangelo solo per “una potenza che non è la nostra”

Nel tempo presente, in cui la fede “si va spegnendo in tante regioni del mondo”, non si può diventare e rimanere cristiani in virtù di strategie umane e corsi di formazione. Si può fiorire e perseverare nella fede solo se si vede all’opera “una forza che non è la nostra, ma è quella dello Spirito Santo che opera in noi”. Lo hadetto il Patriarca greco-melkita Youssef Absi durante la divina liturgia da lui presieduta in occasione della ordinazione episcopale di Georges Khawam, nativo di Aleppo e appartenente alla Società dei Missionari di San Paolo (Padri Paolisti), che lo scorso 17 agosto era stato scelto dal Sinodo dei Vescovi della Chiesa Patriarcale di Antiochia dei greco-melkiti come arcivescovo di Lattaquié (Latakia), in Siria. Nella sua omelia, rilanciata da Fides, il Patriarca ha ricordato che “in tante regioni del mondo la fede si va spegnendo e si ritira, fino a sparire”. In tale contesto, anche la missione di annunciare il Vangelo può essere segnata da “fatica, dolore, tristezza e disperazione”, fino a sperimentare “vergogna e timidezza” nel confessare la fede in Cristo. Ma è anche in tali circostanze – ha aggiunto il Primate della Chiesa melkita – che diviene in qualche modo più semplice riconoscere che seguendo Gesù, e annunciando il suo Vangelo, abbiamo bisogno in ogni momento” del “dono della sua grazia”. Rivolgendosi al vescovo eletto Khawam, il patriarca ha concluso: “Nella nostra vita di pastori possiamo cadere nella tentazione di confondere forza e autoritarismo, forza e prepotenza. Il nostro gregge ha bisogno di vedere una potenza che non è nostra, ma è quella dello Spirito Santo che dimora in noi. Hanno bisogno di vedere il forte Spirito Santo che dimora in noi. Allora non hanno mai paura. Ma se non vedessero questo potente Spirito Santo che risiede in noi, perché ai loro occhi non siamo altro che dominatori, persone arroganti, sprezzanti, forti in tutto tranne che per Cristo, cioè deboli, se accade questo, si allontaneranno da noi”.

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