Lesbo: rete latinoamericana Clamor scrive a Istituzioni europee e Governo greco. “Aprire corridoi umanitari”

Aprire corridoi umanitari nell’Unione europea. È la richiesta che viene rivolta dalla rete Clamor, collegata al Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), che raggruppa i principali organismi ecclesiali dell’America Latina impegnati nell’accoglienza ai migranti, in una lettera indirizzata al Parlamento europeo, alla Commissione europea e al Governo greco. La lettera ha come destinatari il presidente dell’Europarlamento, David Sassoli, la presidente e il vicepresidente della Commissione europea, Ursula vol der Leyen e Margaritis Schinas, il premier Kyriakos Mistsotakis, ed è firmata, tra gli altri, dal presidente del Celam, mons. Miguel Cabrejos, arcivescovo di Trujillo (Perù), dal presidente della rete Clamor, mons. Gustavo Rodríguez, arcivescovo di Yucatan (Messico), dal presidente di Caritas America Latina e Caraibi, mons. José Luiz Azuaje, arcivescovo di Maracaibo, da suor Gloria Liliana Franco, presidente della Confederazione dei religiosi dell’America Latina (Clar).
I firmatari esprimono indignazione, preoccupazione e la più profonda solidarietà per i gravi eventi accaduti nel campo di Moria situato nell’isola di Lesbo. Situazione che si aggiunge alle condizioni disumane in cui vivono questi fratelli e sorelle, costretti a fuggire da luoghi di guerra. Una situazione destinata a perpetuarsi, secondo la rete Clamor, se non saranno stabiliti dei corridoi umanitari.
Tenendo conto che la legislazione dell’Unione europea riconosce questa pratica, la lettera ricorda che tale scelta si è già dimostrata efficace quando Papa Francesco ha propiziato il trasferimento in Italia di numerosi profughi siriani. Per la rete Clamor, infine, è necessario che vengano prese le misure sanitarie necessarie per proteggere questa popolazione dal contagio del Covid-19, poiché la situazione di disagio la rende più vulnerabile a qualsiasi tipo di malattia. Allo stesso tempo insiste sul fatto che “è urgente un cambiamento nella politica di immigrazione e asilo, che devono avere un vero volto umano”.

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