Diocesi: Perugia, sei nuovi diaconi. Il card. Bassetti, “questi figli saranno destinati al bene comune di tutta la nostra gente”

“Ringraziamo Dio per il grande e immenso regalo che ci ha fatto, quello della comunione e della fraternità tra di noi. Ringraziamo la Vergine Maria alla quale noi ci affidiamo e alla quale noi vi affidiamo, chiedendovi di continuare a pregare per noi. Non avremo mai pensato di trovarci un giorno vestiti da diaconi”. Con queste parole, pronunciate da Vittorio Bigini a nome degli altri cinque neo diaconi transeunti, si è conclusa nella serata di sabato 12 settembre la celebrazione eucaristica della loro ordinazione diaconale, in vista di quella sacerdotale del prossimo anno, presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti insieme al vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, animata dal coro giovanile “Voci di giubilo” diretto da don Alessandro Scarda. Presenti numerosi sacerdoti e fedeli nella basilica perugina di San Domenico, la chiesa più capiente della città, dove si è tenuta la celebrazione nel rispetto delle disposizioni per il contenimento del contagio da Covid-19. Presente anche il sindaco di Perugia Andrea Romizi, perché il primo cittadino, come ha evidenziato il cardinale Bassetti al termine della celebrazione rivolgendo un “ringraziamento particolare” ai rappresentanti delle istituzioni civili, “ha colto un aspetto molto importante – ha commentato il presule –: quello di questa sera nella basilica di San Domenico non è soltanto un evento di valenza religiosa ma anche sociale, perché questi figli saranno destinati al bene comune di tutta la nostra gente e il bene comune comprende tutti i beni materiali e il bene spirituale”.

I sei neo diaconi, Samy Cristiano Abu Eideh, Vittorio Bigini, Daniele Malatacca, Emmanule John Olajide Boluwatife, Simone Strappaghetti e Michael Tiritiello, hanno ringraziato il cardinale “per la sua straordinaria paternità di accoglienza e i vescovi Marco Salvi, Paolo Giulietti e Giuseppe Chiaretti”. Hanno poi ringraziato le loro famiglie, “perché è grazie a loro che noi siamo oggi diaconi e che cosa avrebbero potuto fare di più di quello che hanno fatto? Nulla! Hanno fatto tutto e sono state tutto per noi, hanno portato nella loro carne le nostre gioie, i nostri dolori, le nostre ferite”.

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