Famiglia: card. De Donatis (Roma), “protagoniste attive di una nuova stagione”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Le famiglie possono essere davvero le protagoniste attive di una nuova stagione evangelizzatrice della Chiesa di Roma”. Ne è convinto il card. Angelo De Donatis, vicario generale del Papa per la diocesi di Roma, che nel suo discorso di questa sera al Laterano – al termine del quale ha consegnato gli orientamenti pastorali diocesani per il prossimo anno – ha osservato che “nel tempo della pandemia, le famiglie hanno ricominciato a trascorrere più tempo insieme e a ritrovarsi”. E ha osservato come per tante famiglie, invece, “questo tempo sia stato di dura prova, rivelando la mancanza e la debolezza delle relazioni. Pensiamo alle famiglie lasciate sole a gestire un malato con disabilità fisica o disagio psichico. Alcune famiglie non sono riuscite a sciogliere vecchi nodi e a ritrovarsi, per cui i membri hanno vissuto come separati in casa. Altri adulti separati o vedovi hanno sperimentato tutta la fatica di dover seguire da soli i figli o prendersi cura di un genitore anziano. Hanno anche sofferto la solitudine i single e i giovani fuori casa per lavoro, parecchi anziani con i figli lontani, molti adolescenti separati dal contatto fisico con i loro coetanei e tanti bambini senza fratelli”. “Se pensiamo alle scene delle famiglie affacciate ai balconi e dalle finestre, mentre si salutano tra di loro, si incoraggiano cantando insieme, comprendiamo quanto grande è stata la solidarietà reciproca”, l’affresco in positivo: “Rapporti di formale vicinato si sono trasformati in autentiche relazioni di amicizia. Il computer e il cellulare sono diventati strumenti attraverso i quali è passato tanto calore umano, e molte persone sole in casa da sole, sono state raggiunte, in questo modo, dall’attenzione e dall’affetto degli altri. La carità di tante persone le ha spinte a condividere la spesa, portandola in parrocchia o alla protezione civile. Le famiglie hanno dimostrato di essere un soggetto attivo, fondamentale della vita sociale. Tutto ciò non può essere irrilevante per il futuro della missione della Chiesa”.

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