Scuole paritarie: mons. Parmeggiani (Tivoli e Palestrina), “presidi educativi di qualità e punti di riferimento essenziali nelle periferie”

Il vescovo di Tivoli e di Palestrina, mons. Mauro Parmeggiani, esprime solidarietà alle scuole paritarie della diocesi che risentono come le altre del Paese dell’essere state pressoché ignorate dal Governo e dal Parlamento nell’assegnare i fondi per la ripartenza. Il rischio della chiusura per queste scuole è molto elevato ed i fondi assegnati rischiano di non coprire nemmeno la metà delle spese sostenute. La chiusura delle scuole paritarie “sarebbe assai grave perché si priverebbero innanzitutto le famiglie della libertà di scelta di educazione da impartire ai propri figli e molti insegnanti, padri e madri di famiglia, rimarrebbero senza impiego”, afferma il presule in una nota esprimendo rammarico per come “in certi ambienti” esse “siano pressoché abbandonate a se stesse ritenendo che siano soltanto ‘scuole per i ricchi’ quando invece, nelle periferie, sono spesso le famiglie bisognose che si rivolgono ad esse poiché, costrette a lavorare, portano i propri figli a scuola alla mattina presto per poi riprenderli alla fine della giornata”. Inoltre, una eventuale chiusura delle scuole paritarie “comporterebbe la perdita di presidi educativi di alta qualità che hanno formato intere generazioni di cittadini e mantenuto i collegamenti con molte famiglie di alunni di cui ci si è preso cura”. Parmeggiani si chiede inoltre dove, in caso di una loro chiusura, verrebbero collocati da settembre gli alunni che si andrebbero ad aggiungere a quelli della scuola pubblica, già costretti in aule affollate e che, rispettando le misure di distanziamento di sicurezza sarebbero sempre più insufficienti. Per molte realtà territoriali, infine, la chiusura delle scuole paritarie significherebbe perdere anche la presenza di religiose e religiosi che da secoli si sono dedicati all’educazione dei loro alunni accompagnandoli anche al di fuori dei momenti scolastici e anche in questi giorni, si stanno prodigando per aiutare i più bisognosi. Di qui l’auspicio che “le istituzioni ripensino alle scelte compiute, e come spesso richiede Papa Francesco, guardino il ‘centro dalla periferia’ per comprendere come essa, già altamente penalizzata su più fronti, sarebbe in questo modo ulteriormente punita”.

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