Decreto Rilancio: Comunità di Sant’Egidio, “bene regolarizzazione colf e badanti, sostegno per tante famiglie italiane”

“Una regolarizzazione attesa da anni, che fa giustizia a tanti lavoratori in nero, favorisce l’integrazione e aiuta la protezione sanitaria di tutti i cittadini. Ringraziamo il governo – con la preziosa mediazione portata avanti dal ministero dell’Interno – per avere accolto la proposta, lanciata a suo tempo da Andrea Riccardi, di un provvedimento che coinvolgesse non solo i lavoratori agricoli ma anche chi svolge servizi domestici e alle persone, indispensabile sostegno per le famiglie italiane”. La Comunità di Sant’Egidio si rallegra per l’approvazione dell’articolo del dl sul rilancio dell’economia riguardante l’emersione dei rapporti di lavoro attualmente in nero nelle campagne come nelle case di numerose famiglie italiane. “Erano 8 anni che non si interveniva su questi due importanti settori, un’inerzia che ha prodotto sfruttamento, disagio sociale e mancata integrazione per migliaia di lavoratori italiani e stranieri – ricorda la Comunità di Sant’Egidio -. È stato saggio avere scelto di attuare questa importante regolarizzazione nel pieno dell’emergenza dettata dal coronavirus per consentire anche una maggiore protezione della popolazione dai rischi che comportano tutte le situazioni fuori controllo sanitario”.
“Ci auguriamo, al tempo stesso, che il provvedimento preso riesca a fare emergere tutte le situazioni attualmente ‘in nero’, non solo quelle dei lavoratori agricoli, ma, in modo pieno, anche degli addetti ai servizi domestici e alle persone, in gran parte ‘badanti’ originarie dell’Est europeo e dell’America Latina, facilitando al massimo le procedure per l’emersione”, aggiunge la Comunità di Sant’Egidio, che ricorda: “Si tratta di un lavoro essenziale per la tenuta sociale di migliaia di famiglie italiane, ma anche per la salvezza di tanti nostri anziani e malati. Lo si è visto in questo tempo di pandemia quando, nello scorso mese di aprile – secondo i dati dell’Istituto superiore della sanità – la mortalità delle persone anziane residenti nelle loro case è stata di circa la metà rispetto a quella che si è registrata negli istituti”.

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