Pasqua: card. Menichelli (assistente Amci), “sperimentiamo la croce e la paura ma siamo chiamati a farci carico dei fratelli”

La Pasqua celebrata da Cristo è avvenimento indispensabile per la storia e chiede di essere assunto come modello della nostra vita per dare compimento alla stessa”. Quest’anno ci invita a “renderci conto che siamo obbligati a farci parte di una storia che sperimenta la croce, è intimidita dalla paura ma deve farsi carico di una solidarietà e di una compagnia di fratelli”, inoltre siamo chiamati a “costruire una speranza, la stessa che la Pasqua di Cristo contiene”. Lo scrive il card. Edoardo Menichelli, assistente nazionale dell’Amci (Associazione medici cattolici italiani) nel messaggio per la Pasqua. “Quest’anno – esordisce – siamo entrati veramente nel deserto. Ci hanno chiuso in casa perché incombeva e incombe ancora su di noi un nemico invisibile che contagia, infetta, fa soffrire e produce morte”. All’improvviso “ci è venuto a mancare tutto quello che abbiamo costruito come indispensabile”; stiamo sperimentando la solitudine ma “stiamo scoprendo anche di quanto bene abbiamo bisogno e di quante persone ci sono indispensabili”. “Abbiamo anche ripreso a pregare quasi volendo ‘obbligare Dio’ a esaudirci e liberarci”, prosegue il porporato, ma “fede e paura non confliggono perché la preghiera diventa autentica quando essa ubbidisce alla parola di Dio che in Gesù ci dice ‘non abbiate paura’”. “Se guardiamo la storia dell’umanità possiamo constatare che dopo la prova, la croce, la disgrazia viene sempre una alleanza nuova di bene, di speranza e di risurrezione”. Di qui l’esortazione a “rimettere la Pasqua nella trama dei nostri giorni umani per uscire dal deserto, per liberarci dagli ingolfamenti che ci siamo fabbricati e per ritrovare la strada della verità, la forza della speranza, l’obbligo dell’amore”.

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