Coronavirus Covid-19: mons. Perego (Ferrara), “il sepolcro non è la fine, beato chi non rimane nel peccato”

“Letto in questi giorni di sofferenza e morte, il racconto della risurrezione di Lazzaro ci ricorda che Gesù, Figlio di Dio, è il Salvatore, colui che ci aiuta a passare dalla morte, dal peccato, alla vita. La Quaresima aprirebbe solo all’inquietudine, porterebbe alla disperazione – tanto più in questo tempo drammatico di una ‘nuova peste’ – se al termine del suo cammino non ci fosse la luce della risurrezione”. Lo ha sottolineato, ieri, mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nella omelia della messa per la V domenica di Quaresima. “Principio e fine, peccato e grazia, umanità e divinità, morte e vita sono i binomi che si rincorrono nella pagina evangelica e ripresi dalla pagina di S. Paolo ai Romani. Paolo ci ricorda che con il Battesimo lo Spirito di Dio ‘abita’ in noi e ridona vita al nostro corpo, ci fa passare dalla morte alla vita, ci fa uscire dalla tomba del peccato. La Parola di Dio di questa Domenica diventa un annuncio della Pasqua che vivremo, che chiede una fede intelligente come quella di Marta – ha aggiunto il presule –. La storia, i fatti, la comunicazione di questi giorni hanno rischiato di fermare la nostra attenzione sulla sofferenza e sulla morte più che sulla vita. La risurrezione di Lazzaro apre anche i nostri occhi sul mistero della presenza del Signore della vita nella nostra storia”.
E ancora: “Chi crede, vede – ci ricorda Papa Francesco nell’esortazione all’inizio della Lumen fidei –; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo risorto, stella mattutina che non tramonta. In Giovanni vedere, ascoltare e credere s’intrecciano e dimostrano anche il realismo di alcuni miracoli, come quello di Lazzaro, che nascono dentro l’umanità, dentro la storia. Vedere, ascoltare e credere sono i verbi di un cammino di iniziazione cristiana, ma anche un metodo del cammino di fede, come ci ricorda sempre Papa Francesco”. Questo tempo di Quaresima, ha sottolineato l’arcivescovo, “è stato anche un tempo non facile in cui il Signore ci ha abituati a questo cammino di ascolto, a nuovi sguardi, per arrivare a una fede profonda in Lui che è la risurrezione e la vita”.
Evidenziando che “ci stiamo preparando a una Settimana Santa e a una Pasqua diversa dal solito, segnata da incertezza e impotenza, che prepara anche un tempo di povertà e di disagio sociale”, mons. Perego ha concluso che “per queste ragioni sentiamo più marcata la profondità di un messaggio pasquale di vita e di speranza. La risurrezione di Lazzaro ci impedisca di abbassare lo sguardo, di cadere nella solitudine e nel dubbio, nella disperazione e, nella barca della Chiesa, ci prepari alla gioia della Pasqua”.

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