Siria: Save the Children, “217 scuole bombardate negli ultimi 3 mesi, 30 bambini uccisi”

Sono 217 le scuole danneggiate o inutilizzabili a causa dei bombardamenti negli ultimi 3 mesi nella Siria nord-occidentale, più di 2 al giorno. È questa la cifra allarmante diffusa da Save the Children a nove anni dall’inizio del conflitto. Un anno di combattimenti intensi nell’area ha messo sotto duro attacco l’educazione e il futuro di 1 milione e mezzo di bambini. Oltre la metà delle scuole di Idlib – 570 su 1.062 – sono danneggiate, distrutte o sono confinate in aree troppo pericolose perché possano essere accessibili ai bambini. Altre 74 scuole sono attualmente utilizzate come rifugi per le famiglie che fuggono dal conflitto. Per ospitare tutti i bambini in età scolare a Idlib ogni classe ancora attiva dovrebbe accoglierne fino a 240. Il bombardamento dello scorso 25 febbraio 2020 ha colpito diverse scuole inclusa una struttura supportata da Hurras, partner di Save the Children. Nell’ultimo anno, l’escalation di violenze in aree civili ha costretto le persone a fuggire da quasi metà della provincia di Idlib, in condizioni sempre più disumane. Solo tra febbraio 2019 e febbraio 2020, Save the Children e Hurras hanno registrato 92 incidenti in cui una scuola o un istituto sono stati attaccati, causando la morte di oltre 251 bambini nel solo 2019 e il ferimento di centinaia di altri. Nei primi due mesi del 2020, almeno 30 bambini sono stati uccisi e oltre 550mila persone sono state costrette a lasciare le proprie case. Tutto questo ha obbligato i bambini coinvolti a vivere sotto la costante minaccia della violenza. Secondo la rete Hurras, la maggior parte dei bombardamenti alle scuole è avvenuto durante le lezioni. Questi episodi vanno in controtendenza rispetto al passato, quando le strutture educative erano state in gran parte colpite al di fuori dell’orario scolastico; da marzo 2019, infatti, c’era stato un solo altro bombardamento verificato occorso durante le lezioni, che ha ucciso 5 bambini, il 1° gennaio 2020. “I genitori hanno chiesto che le lezioni si svolgano in luoghi nascosti, come grotte e scantinati, oppure in strutture mobili, più difficili da colpire”, informa Save the Children, invitando “tutte le parti in conflitto a garantire che bambini e civili – insieme alle scuole e agli ospedali – non siano obiettivi e siano protetti”.

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