Coronavirus Covid-19 e disabilità: Falabella (Fish), “misure sono boccata d’ossigeno per tante famiglie”

“Il contratto di lavoro non prevede che gli operatori sociosanitari e quelli del mondo della scuola, cioè gli assistenti alla comunicazione, debbano recarsi al domicilio della persona con disabilità”, ma il decreto straordinario Cura Italia varato lunedì sera dal Consiglio dei ministri stabilisce che, “in deroga ai patti contrattuali in essere, queste figure possano garantire il servizio presso il domicilio della famiglie delle persone con disabilità che ne facciano richiesta. Una boccata d’ossigeno per le migliaia di famiglie con persone disabili al loro interno, costrette a rimanere chiuse in casa dai provvedimenti per il contenimento del coronavirus, spiega in un’intervista al Sir Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish), commentando positivamente i contenuti del provvedimento. Un nucleo familiare in difficoltà nella gestione del quotidiano può fare richiesta di sostegno “e il servizio diurno e/o la scuola possono mettere a disposizione i propri operatori”. Al contrario di quanto affermato da alcuni, “le persone con disabilità non sono trasmissive del Covid-19 – puntualizza –. Sono piuttosto, per la loro condizione di salute, altamente esposte al rischio contagio”. Gli chiediamo, pensando a tanti ragazzi con disabilità intellettive e relazionali, qual è la maggiore difficoltà in questo momento. “Dobbiamo attenerci, a maggior ragione in materia di interventi domiciliari, alle prescrizioni imposte dalla comunità scientifica, e dunque evitare i contatti – la sia risposta –. Molti di questi nostri ragazzi hanno sempre mantenuto un rapporto di stretta vicinanza fisica con l’operatore, una modalità di comportamento anche affettiva. Imporre loro oggi una distanza di sicurezza non è sempre facile”.

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