Coronavirus Covid-19: don Carraro (Cuamm), “in Africa sistemi sanitari fragilissimi, si rischia l’ecatombe se non funziona la prevenzione”

“Stamattina, nei 31 Paesi dell’Africa finora toccati dall’epidemia, si contano 476 casi confermati di contagio da coronavirus Covid-19, 10 morti e 47 guariti, un numero ancora basso tenendo conto che riguarda tutto il Continente. I sospetti non vengono considerati. Prima che un Paese africano dichiari che c’è stato un caso vuole avere la diagnosi certa. Potrebbe essere, quindi, un numero sottostimato perché la capacità diagnostica è ancora scarsa”. Lo dice, in un’intervista al Sir, don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm. Tra i Paesi dove opera l’associazione, “sono stati toccati dal coronavirus Etiopia, Tanzania e Repubblica Centrafricana. In questi ultimi due Paesi i primi casi registrati sono legati a italiani: nella Repubblica Centrafricana, in particolare, si tratta di un missionario, che è stato in Veneto a febbraio ed è tornato in Repubblica Centrafricana quando non erano scattate ancora tutte le misure restrittive. Mi è facile immaginare come sia dispiaciuto perché non si vuole aggravare la situazione di Paesi già deboli in sé, ma purtroppo può capitare malgrado tutte le attenzioni che possiamo adottare. Il caso è emerso l’altro ieri mattina. Auguriamo a lui di guarire ed essendo una persona conosciuta speriamo che per le autorità sia facile identificare i contatti che ha avuto”.
Don Carraro ammette: “Siamo preoccupati perché se il contagio dovesse diffondersi in Africa, essendo sistemi sanitari fragilissimi, il rischio di un’ecatombe è elevato. Infatti, nel Continente non ci sono personale, equipaggiamento, attrezzature, farmaci adeguati, capacità di diagnosi. Ma è anche un virus di cui conosciamo ancora tanto poco: ad esempio, si discute su come reagisca alle temperature elevate. Nessuno lo sa, ovviamente, ma la speranza è che il caldo possa fiaccare il virus”.

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