Papa Francesco: udienza, “per Dio siamo più importanti noi di tutti i peccati che possiamo fare”. L’esempio delle madri nelle carceri

(Foto Vatican Media/SIR)

“Mi viene in mente che tante volte ho visto la gente fare la coda per entrare in carcere, e tante mamme lì che facevano la coda per vedere il loro figlio carcerato”. Lo ha detto a braccio il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata alla preghiera di benedizione. ”Non smettono di amare il figlio”, ha proseguito ancora fuori testo: “Sanno che la gente che passa dirà: ‘Ah, questa è a mamma del carcerato’, ma non hanno vergogna di questo. Cioè, hanno vergogna e vanno avanti. Per loro è più importante il figlio che la vergogna”. “Per Dio siamo più importanti noi di tutti i peccati che possiamo fare”, ha commentato Francesco sempre a braccio: “lui è padre, lui è madre, lui è amore puro, e non smetterà mai di benedirci”. “Un’esperienza forte è quella di leggere questi testi biblici di benedizione in un carcere, o in una comunità di recupero”, ha testimoniato il Papa: “Far sentire a quelle persone che rimangono benedette nonostante i loro gravi errori, che il Padre celeste continua a volere il loro bene e a sperare che si aprano finalmente al bene. Se perfino i loro parenti più stretti li hanno abbandonati – e tanti li lasciano, non sono come le madri che fanno la coda per vederli in carcere – perché ormai li giudicano irrecuperabili, per Dio sono sempre figli”. “Dio non può cancellare in noi l’immagine di figli”, ha ribadito a braccio Francesco: “ognuno di noi è figlio, è figlia”. “A volte si vedono accadere dei miracoli”, la tesi del Papa: “uomini e donne che rinascono, perché trovano questa benedizione che li ha accolti come figli. Perché la grazia di Dio cambia la vita: ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo”.

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