Don Andrea Spada: don Bellini, “capace di coniugare intelligenza delle cose, intuito nel comprendere la sensibilità della persone e stile”

“Dal punto panoramico del Patronato S. Vincenzo, il luogo del suo primo ministero accanto a don Bepo, don Andrea ha imparato ad avere uno sguardo che arrivava lontano. Uno sguardo commosso sull’umano, come lo è quello di ciascuno di noi ogni volta che pensieri grandi e concreti ci invadono l’anima”. Lo ha affermato ieri don Arturo Bellini durante la messa che è stata celebrata nella chiesa di S. Maria Immacolata delle Grazie di Bergamo in occasione del XVI anniversario della morte di don Andrea Spada, storico direttore de “L’Eco di Bergamo”.
“Don Andrea leggeva, nella gente dei nostri paesi, il bisogno di pensieri grandi e concreti, capaci di abbracciare e di riscaldare l’anima ed esprimeva il desiderio di una ondata di speranza e di fiducia in un tempo di incertezza e di paura”. “Sognava un bene non illusorio e vacuo, ma concreto, un bene che nasce da un misterioso intreccio di doni e che la prima lettura di oggi qualifica come ventata di sapienza e di intelligenza, di capacità di discernimento e di programmazione, di tenacia perseverante nelle difficoltà, di fiducia nell’abbandono a Dio”. “Anche l’ambito delle comunicazioni sociali – ha sottolineato don Bellini – ha bisogno pensieri grandi e concreti. Don Andrea li ha vissuti nel corso degli anni consegnandoci la testimonianza di un professionista capace di coniugare intelligenza delle cose, intuito nel comprendere la sensibilità della persone, stile di raccontare per metafore che arrivano al cuore del lettore e accendere in lui la riflessione”. Don Spada “era poi attento a non lasciarsi prendere dalla tentazione dello specchio, di essere, cioè, protagonista e non testimone dei fatti. Con linguaggio di oggi, si potrebbe dire che stava in allerta sul comunicare in modo ‘selfie’, cosa che avviene quando i fatti che raggiungono il nostro campo visivo sono soltanto quelli che coincidono coi nostri punti di vista”. Di don Spada sono stati evidenziati “l’intelligenza delle cose e l’ispirazione cristiana”, “l’istinto del bene comune” e il “pensiero di concretezza”.

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