Fratelli tutti: suor Smerilli, “riscoprire la gratuità come capacità di prenderci cura dell’altro”

“Un invito a comprendere le implicazioni concrete della fraternità, e quindi ad agire di conseguenza”. Così suor Alessandra Smerilli, economista, docente alla Pontificia Facoltà “Auxilium”, ha definito la terza enciclica del Papa, durante il seminario on line su “Fratelli tutti, un’enciclica oltre il tempo di crisi”. “Ci aiuta a comprendere come proprio di fronte alle ombre di un mondo chiuso, specialmente di fronte flagello della pandemia che colpendo il mondo intero, nessuno ne può uscire da solo”, ha proseguito la religiosa, soffermandosi sul termine di “biodiversità culturale” usato da Bergoglio come termine da preservare “perché il mondo non si impoverisca”. “Per evitare di finire vittime di una sclerosi culturale, bisogna comprendere che l’incontro, lo scambio, l’aiuto reciproco tra culture è di beneficio per tutti”, ha commentato suor Smerilli, “cosa che gli economisti avevano capito da tempo”, come dimostra la teoria dei costi comparati di Ricardo. “Ma la Fratelli tutti ci invita ad andare avanti”, ha sottolineato la relatrice: “Come cristiani, non possiamo accontentarci di vedere solo il lato bello dello scambio. Esiste la gratuità, la capacità di fare alcune cose per il solo fatto che sono buone, senza aspettarsi immediatamente qualcosa in cambio”. Quello del Papa, insomma, è “un monito a recuperare le dimensioni sociali dell’incontro, che non possono essere semplicemente legate all’efficienza. La gratuità come capacità di prenderci cura dell’altro”.

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