Terra Santa: Gerusalemme, mons. Pizzaballa in quarantena per il Covid, venti sacerdoti positivi asintomatici in tutto il Patriarcato latino

Il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, è positivo al Covid e si trova in quarantena, insieme ad altri sei sacerdoti, nel Patriarcato latino di Gerusalemme. A rivelarlo oggi è stato lo stesso patriarca durante un incontro di lavoro on line organizzato dall’Associazione Iscom (Iscom.info) per parlare della situazione della Chiesa Cattolica e dei cristiani in Terra Santa, nell’approssimarsi del Natale. “Sono asintomatico e in buone condizioni”, ha detto sorridendo il patriarca. In isolamento anche altri sei sacerdoti, “ma nessun caso grave, sono positivi asintomatici”. Complessivamente in tutto il clero patriarcale (Israele, Palestina, Giordania e Cipro, ndr) “i preti contagiati sono una ventina”. “Una situazione non preoccupante sotto il profilo sanitario”, ha affermato Pizzaballa, anche se “ogni giorno per uno che guarisce ce n’è un altro che si scopre positivo ed entra in quarantena”. “Difficile – ammette il patriarca – far passare il messaggio dell’uso della mascherina e del distanziamento. Tra i fedeli abbiamo registrato una impennata di contagi in queste ultime tre settimane ma, anche in questo caso, sono tutti asintomatici. Tuttavia abbiamo avuto delle vittime tra i fedeli delle nostre comunità”. Pizzaballa ha dichiarato che “quando sarà possibile mi vaccinerò sicuramente. Credo che faranno la stessa cosa anche i nostri sacerdoti che sono liberi di scegliere”. Il patriarca latino di Gerusalemme ha parlato anche del prossimo Natale che sarà “molto ridotto anche perché non avremo i pellegrini che portano un clima di festa oltre che lavoro. Le condizioni economiche sono estremamente gravi e non permettono particolari feste, soprattutto a Betlemme. E si parla di un nuovo lockdown”. “A mia memoria – ha aggiunto il patriarca – non ricordo un tempo duro come questo attuale. Abbiamo vissuto momenti difficili come la Seconda Intifada ma all’epoca abbiamo sempre avuto una presenza di pellegrini, anche se con qualche pausa, e soprattutto le chiese erano aperte, la vita spirituale scorreva ordinaria. In questo 2020 invece, per la pandemia, non abbiamo celebrato in presenza la Pasqua e adesso anche il Natale. Questa mancanza è una ferita per la comunità cristiana locale”. A Natale, dunque, conferma il patriarca latino “le liturgie avranno un numero di fedeli contingentato. Alla messa di mezzanotte a Betlemme non ci saranno le autorità palestinesi e rappresentanti diplomatici. Motivi pratici spingono in questa direzione: dovrebbero fare tutti il tampone. Da parte nostra stiamo discutendo per avere un numero di fedeli presenti alle funzioni proporzionato ai luoghi di celebrazione. Questo che viene sarà un Natale ridotto e più intimo ma lo festeggeremo come si conviene”. Pizzaballa getta lo sguardo anche oltre le feste, al nuovo anno, quando, spera, “potranno riprendere i pellegrinaggi. Non basteranno i piani di vaccinazione preparati dai vari Paesi. Ciò che serve sarà ricreare anche la fiducia nelle persone che adesso sono molto spaventate. Per vedere i pellegrini tornare in Terra Santa ci vorrà forse ancora un anno, ma spero di sbagliarmi”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori