BeWeb: don Caputo (Patriarcato Venezia), “non un portale qualsiasi ma un’esperienza di bellezza”. “Ridisegnarlo per renderlo accessibile anche a persone con disabilità”

All’interno del portale BeWeb la profilazione degli utenti “rimane un dato fondamentale”. Ne è convinto don Gian Matteo Caputo (Patriarcato di Venezia). Nel suo intervento all’incontro online organizzato oggi dall’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto in occasione del 20° anniversario di BeWeb, don Caputo ha detto: “Dal mio punto di vista non può essere aperto come sono aperti tanti altri portali di carattere storico, artistico, archivistico, e bibliotecario: deve avere sempre una sorta di Cicerone che ‘accompagni’ nel percorso e faccia sentire la specificità di queste informazioni”. Facendo notare che “quando ci apriamo all’universo della rete non siamo mai liberi perché tutte le nostre scelte, nonostante l’apparente libertà dei motori di ricerca, sono condizionate da volontà terze che in qualche modo giocano sui nostri desideri, abitudini, inclinazioni nell’uso della rete”, il sacerdote ha affermato: “Come Chiesa dobbiamo porci il problema”. “Non possiamo più accettare che il nostro approccio ai contenuti di BeWeb coincida con quel desiderio di consumo di beni che contraddistingue il nostro approccio alle altre reti. Dovremmo trovare una modalità nuova” che “ci porti a fare un percorso in termini di esperienza di bellezza”. Un’altra sfida è “ridisegnare il portale in modo davvero funzionale per tutti”. Pensando in particolare “agli ipovedenti, ai non vedenti e ad altri tipi di disabilità”, don Caputo sostiene l’importanza che BeWeb “costituisca un ponte anche verso questo mondo attraverso hardware e software adeguati. Un’altra delle sfide che a livello ecclesiale dobbiamo tenere presente per renderci davvero al servizio di tutti”.

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