Padre Riccardo Lombardi: ieri una giornata in ricordo del fondatore del Movimento per un Mondo Migliore

L’opera e il messaggio di padre Riccardo Lombardi  “hanno dato un contributo molto importante per la Chiesa, accompagnando e favorendo la recezione del Concilio Vaticano II, non tanto a livello teorico, quanto di atteggiamenti, comportamenti vissuti, spiritualità”. Lo ha detto, ieri sera, padre Federico Lombardi – già direttore del Sala Stampa della Santa Sede – nel 41° anniversario della morte di padre Riccardo Lombardi, gesuita, protagonista di una delle pagine più dense della storia della Chiesa (e non solo) della seconda metà del XX secolo. In tutto il mondo i vari gruppi si sono riuniti, in modalità online, con momenti di preghiera e di riflessione tra i membri. Il Gruppo italiano si è ritrovato ieri sera con il direttore italiano Silvano Santarelli, il direttore generale, padre Pablo Nassif, padre Federico Lombardi, nipote del fondatore del Movimento per un Mondo Migliore, e il biografo, Raffaele Iaria. Per padre Lombardi la figura di padre Riccardo “rimane una grande lezione di pedagogia ecclesiale e spirituale; con la ricerca e la proposta di un metodo per far entrare nella vita di ognuno non solo le idee della visione cristiana e conciliare della Chiesa e del mondo, ma le idee insieme alle scelte, agli impegni e ai comportamenti concreti”. E, citando l’ultima enciclica di  Papa Francesco, Lombardi ha affermato: “È una grande chiamata universale alla fraternità; una fraternità che include e supera nell’amore la stessa solidarietà sociale e umana. È la chiamata a dirigerci verso gli antipodi dell’individualismo. La direzione è la stessa in cui puntava tutta l’opera del padre Riccardo, la sua predicazione, la sua costruzione del Movimento per un Mondo Migliore. Anche se il Movimento si sente oggi umilmente una piccola realtà nel mare del mondo, ci possiamo sentire in sintonia con il servizio della Chiesa in questo tempo”. Lombardi rappresenta un “pregiato patrimonio per la Chiesa, che non può essere archiviato con la fine della sua vita”, ha detto Iaria: “Si tratta di una ricchezza, la quale, se da una parte è già unanimemente compresa e apprezzata, dall’altra, attende ancora di essere scoperta nella sua pienezza e profondità. Un uomo che va riscoperto a partire dalla sua intuizione di mettere al centro il dialogo con tutti i credenti e con tutti gli uomini”.

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