Coronavirus Covid-19: Sessa Aurunca, il vescovo Piazza consegna all’Ospedale San Rocco cinque venturimetri e i relativi 10 caschi

È avvenuta ieri, lunedì 14 dicembre, la consegna dei cinque generatori di flusso per terapia Cpap e dei dieci relativi caschi per l’erogazione dell’ossigeno da parte del vescovo di Sessa Aurunca, mons. Orazio Francesco Piazza, e del direttore della Caritas diocesana, don Osvaldo Morelli, al Presidio ospedaliero “San Rocco” di Sessa Aurunca. Una donazione, quella della diocesi di Sessa Aurunca, resa possibile grazie alla collaborazione della comunità, delle associazioni e delle singole persone che un mese fa accolsero l’appello di mons. Piazza per contribuire ed essere vicini al San Rocco e agli ammalati Covid-19.
L’iniziativa, lanciata l’11 novembre scorso, “Un ventilatore per la vita bis”, è consistita in una raccolta fondi, coordinata dalla Caritas diocesana di Sessa Aurunca, per l’acquisto di presidi necessari all’accoglienza e alla cura dei malati Covid-19. I generatori di flusso (venturimetri) e i relativi caschi serviranno per la cura della prima fase della malattia, la sub-intensiva. Ad inizi aprile, con la prima raccolta fondi, al nosocomio sessano, furono consegnati due ventilatori polmonari per la terapia intensiva, mascherine e visiere ai medici e al personale sanitario.
“Ci ritroviamo qui per un altro momento significativo, frutto della carità coordinata dalla Caritas diocesana sul territorio, per far sì che questa nostra struttura possa sopravvivere di fronte alle tante difficoltà e per sostenere i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e amministrativi, i volontari che si stanno impegnando fino allo stremo delle energie – ha affermato mons. Piazza -. Le difficoltà sono evidenti, però la professionalità, l’impegno, la determinazione sono altrettanto evidenti per continuare a garantire quella salute verso cui tutti dobbiamo avere attenzione. Io sono grato al territorio che sta dando grandi risposte e sostegno. Il mio grazie a tutte le associazioni, a tutte le persone e a quanti in concreto, con i fatti, rispondono alle esigenze. Personalmente ho un motto: più che proteste, proposte! Concentriamoci su quello che dobbiamo fare e otteniamolo con tutte le nostre energie. Mi auguro che questa sensibilità popolare trovi anche riscontro in tutte le autorità mediche del territorio, in modo che l’attenzione sulla nostra struttura venga mantenuta in tutta la sua evidenza: perché l’impegno non trovi risposte inadeguate. I nostri malati sanno che possono contare sul meglio delle disponibilità”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori