Avvento: mons. Savino (Cassano all’Jonio), “la realtà urla la sua precarietà, la sua durezza. Nostro cuore domanda di essere amato”

“La realtà urla da tutte le parti la sua precarietà, la sua durezza, la sua latente o a volte dichiarata incomprensibilità. Il nostro cuore stesso  domanda attesa di qualcuno che ci voglia veramente bene, domanda di essere amato”: è quanto scrive mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, nella sua lettera per l’Avvento intitolata “L’attesa e la speranza nella notte del mondo”. Per mons. Savino, “l’Avvento viene a ricordarci il senso dell’attesa, l’attesa di trovare ciò che corrisponde al desiderio del cuore: la felicità di essere totalmente voluti bene. La sorpresa di un’attesa che è sempre qualcosa di diverso da ciò che pensiamo, ma non per questo meno desiderato”. La sorpresa, si legge nella lettera, “è il compito di mettere in discussione ciò che conosciamo, mutuando il nostro corredo di abitudini dalla meraviglia di qualcosa che pensiamo ma non ancora verità” . Per questo “la nascita di Gesù è sempre un nuovo evento, nuova sorpresa, una nuova attesa, una nuova vita, un abbandono nella verità. Questo è il salto nella verità che siamo chiamati a compiere perché l’Avvento non si riduca alla banalità di luci accese e sorrisi spenti, ma sia una reincarnazione vera dell’anima con carne che si rianima, proprio come la carne di Maria alla notizia dell’Avvento di suo figlio”. Da qui l’esortazione: “Diventiamo non solo uomini e donne di fede ma anche di speranza, siamo nati per vivere, per guardare con occhi carichi di meraviglia la potenza della vita, per rinascere sempre, perché non siamo semplicemente stati generati, ma siamo continuamente  generati”.

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