Terremoto Centro Italia: mons. Massara (Camerino), “rilancio non può non ripartire dall’importanza dei beni ecclesiastici”

foto SIR/Marco Calvarese

Nuove strategie integrate di sviluppo culturale, economico e sociale per la rigenerazione dei centri maggiormente colpiti dal terremoto del 2016. Questo il focus dell’incontro di questa mattina, nella sede del Museo diocesano Marec di Palazzo vescovile Scina Gentili, con i sindaci dei Comuni del cratere 2016 delle Marche. A fare il punto, anche sulle attività già in corso, il commissario straordinario per la Riparazione e Ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli, e il presidente della Fondazione Maxxi – Museo nazionale delle Arti del XXI secolo -, Alessandro Giuli. Con loro mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche, l’assessore alla Cultura della Regione Marche Chiara Biondi, il sottosegretario con delega alla ricostruzione Lucia Albano e il sindaco di San Severino Rosa Piermattei. “È nostro dovere tutelare il patrimonio identitario e la storia dell’Appennino centrale, per il bene delle generazioni presenti e future – ha dichiarato Castelli -, attraverso l’opera sia di ricostruzione materiale sia di ricucitura sociale e culturale dei territori feriti. Oggi siamo al Marec espressione della capacità e della tenacia di un territorio che ha saputo risollevarsi e raccontare sé stesso dimostrando di saper guardare al futuro delle generazioni grazie alla formazione artistica e culturale per il recupero delle opere d’arte”. Per il presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli, “è particolarmente significativo questo incontro al Marec, un progetto prezioso che rende fruibili opere d’arte meravigliose in attesa che tornino nelle chiese per le quali sono state create. Le Marche, del resto, come tutta l’area dell’Appennino centrale, sono ricche di un patrimonio culturale diffuso da recuperare, proteggere, valorizzare”. “Il programma per un rilancio autentico dell’economia del turismo nei territori del sisma non può non ripartire dalla consapevolezza dell’importanza dei beni culturali ecclesiastici come risorsa fondamentale – ha sottolineato mons. Massara – il patrimonio culturale ecclesiastico è tra i più considerevoli nella regione, sia in termini di quantità che di qualità. Le scelte strategiche non devono nascere dalle emergenze, ma non c’è dubbio che questa crisi debba, per forza, spingere ancora di più all’aggregazione. Creare sistemi dalle strutture flessibili, non burocratiche, con personale competente e specializzato in modo da passare da un progetto all’altro cogliendo di volta in volta finanziamenti appositi. Perché alla fine salvare questo territorio è possibile solo facendo sinergia tra tutte le istituzioni presenti sullo stesso in modo da creare un circolo virtuoso”.

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