Cinema: FEdS, concluso il Lecco Film Fest con la presenza di Carlo Verdone

(Foto: Stefano Micozzi per FEdS)

“Uragano Carlo Verdone”. Sul palco davanti a una piazza stracolma di gente, ieri, è salito Carlo Verdone, non solo ad animare la giornata conclusiva del Lecco Film Fest, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo (FEdS) e promosso da Confindustria Lecco e Sondrio.  “Non so se posso essere accostato ai grandi registi del neorealismo. Io sono stato un pedinatore di romani, andavo in cerca di racconti. Vedevo un apparato umano molto interessante, pieno di megalomanie e fragilità. Sono diventato un imitatore di caratteri ora di quello, ora di quell’altro personaggio. La gente più anonima e più grigia mi fa divertire molto”, ha detto Carlo Verdone sul palco di Piazza Garibaldi, come ricorda una nota diffusa oggi pomeriggio da FEdS. Poco prima, nel pomeriggio al Nuovo Cinema Aquilone Verdone aveva introdotto insieme a Gianluca Arnone, caporedattore Rivista del Cinematografo, la visione del film da lui scelto: dopo “Ordet” lo scorso anno, quest’edizione un altro capolavoro ovvero “Umberto D.” di Vittorio De Sica.
Appena salito sul palco Verdone ha aperto l’incontro moderato da Marina Sanna, Rivista del Cinematografo, e Valerio Sammarco, Rivista del Cinematografo, con il suo umorismo: “Sono colpito dalla signorilità degli abitanti di Lecco. A Roma quando mi chiedono l’autografo mi danno sempre pure una pacca sulla spalla”. Tanti gli aneddoti che ha raccontato sulla sua vita. E tante anche le imitazioni che ha regalato al pubblico. Ma anche un ricordo di suo padre, il critico cinematografico Mario Verdone. “La sera prima della presentazione del libro ‘Il cinema neoralista’ di Mario Verdone al Salone del Libro di Torino, ho fatto un sogno tragico: mio padre mi svegliava e mi diceva: ‘Come ti sei permesso a mettere la firma su un libro che ho scritto io? Hai sbagliato. E hai fatto pure arrabbiare Rossellini perché non hai citato ‘Germania, Anno Zero’. Mio padre appare spesso nei sogni perché mi manca molto: è stato fondamentale per me”.
Ma le risate al Lecco Film Fest erano già iniziate la mattina con Lillo durante l’incontro moderato dal giornalista e conduttore di Tv Talk, Massimo Bernardini. A seguire, sempre in un incontro moderato da Massimo Bernardini, è salita sul palco la giornalista Rai Francesca Fialdini. “Chi fa informazione dovrebbe saper diversificare la platea, avere il coraggio di andare nel profondo delle notizie, ma purtroppo funziona di più la morbosità, la superficialità”, ha affermato. Nel pomeriggio, sempre per “Cinematografo incontra”, l’attrice Elena Lietti ha dialogato con Federico Pontiggia, Rivista del Cinematografo.
Il Lecco Film Fest si è concluso con un inizio. Billy, opera prima di Emilia Mazzacurati con l’attore Matteo Oscar Giuggioli. Entrambi hanno dialogato con Lorenzo Ciofani, Rivista del Cinematografo. “Racconto una famiglia classica in cui i ruoli sono invertiti: la mamma è molto bambina e il figlio molto adulto. Lui a diciannove anni è un ex bambino prodigio. È un coming of age al contrario ambientato nel contesto della provincia”, ha dichiarato la regista, che poi ha ricordato suo padre Carlo Mazzacurati. “Mi ha lasciato l’amore per i personaggi, per l’umanità e per i paesaggi. Di notte entrambi eravamo insonni e rimanevamo svegli a guardare i western”. Emilia Mazzacurati ha infine ricevuto il Premio Lucia, premio nato al Lecco Film Fest in ambito letterario, da quest’anno esteso anche al cinema, assegnato alla regista che ha saputo contraddistinguersi con la sua opera.

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