Diocesi: mons. Marino (Nola), “ritorniamo a educare a una vita virtuosa dove il bene comune possa diventare ‘habitus’ di una società ispirata al vangelo”

(Foto: diocesi di Nola)

Nell'”attuale contesto sociale così drammaticamente funestato dalla micro e macro criminalità, dall’illegalità diffusa, dalla violenza domestica e di genere, dalla tossicodipendenza e dalle molteplici forme ludopatiche, dalla camorra e dai disastri ambientali, dai disagi giovanili e dalle crisi occupazionali”, “desidero riaffermare che perdere il riferimento a Cristo, l’unico capace di dare consistenza e luce alla vita umana, significa perdere il senso della vita buona. Ritorniamo, perciò, ad educare ad una vita virtuosa, dove il bene comune possa diventare habitus/virtù di una società ispirata ai valori del vangelo”. Lo scrive il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino, nel messaggio per la solennità di San Paolino di Nola, patrono della diocesi e compatrono della città di Nola, patrono secondario della Campania. “Ritornare a Cristo: questo è stato il segreto della santità di Paolino e della moglie Terasia, questa è l’unica possibilità che abbiamo per superare i drammi ai quali stiamo assistendo in maniera sempre più ingravescente nelle nostre città. Faccio appello agli adulti del nostro territorio: recuperiamo l’autorevolezza di un impegno educativo dal quale mai possiamo sottrarci e al quale tutti, nel rispetto della differenza dei ruoli e dei ministeri, siamo chiamati”.
Ricordando l’episodio di un giovane che ha lanciato una vettura “spericolatamente in piazza Duomo, il presule lo considera “come la cifra che ci fa decodificare un disagio giovanile che, oltre il singolo caso eclatante, non possiamo non intercettare”: “È la ‘notte’ dei giovani, sempre più isolati in mezzo alla folla della movida chiassosa! Come stanno i nostri ragazzi? Cosa pensano? Cosa scelgono? Come ammortizzano gli urti della vita? Come si destreggiano tra gli insuccessi e i fallimenti del nostro tempo? Come reggono alle crisi e alle scudisciate della crescita? Cosa vedono e trovano in noi adulti? Sono domande che interrogano me vescovo, le famiglie, le istituzioni amministrative, la scuola e che chiedono non di ricercare risposte preconfezionate o moralistiche, ma di attivare sempre più cantieri di ascolto, come stiamo tentando di fare anche nella nostra diocesi attraverso il Cammino sinodale della Chiesa italiana. Abbiamo bisogno urgentemente di punti di riferimento”.

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