Diocesi: mons. Marino (Nola), “abbiamo bisogno di contrapporre ad una società violenta un mondo giusto”

(Foto: diocesi di Nola)

“Bisogna rendere abituale la virtù della prudenza, che è il criterio fondamentale del discernimento. Prudenza, non è immobilismo, o freno a mano tirato, ma è l’arte di decidere e decidersi per il bene. Essa rappresenta un ‘cardine’, proprio perché tiene unite tutte le dimensioni del vivere i rapporti. Si tratta, dunque, non solo di educare i giovani in famiglia, ma anche di accompagnare le famiglie stesse nell’educazione dei giovani. Questa è la méta del nostro impegno nelle parrocchie, associazioni e movimenti ecclesiali”. Lo scrive il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino, nel messaggio per la solennità di San Paolino di Nola, patrono della diocesi e compatrono della città di Nola, patrono secondario della Campania. Il presule invita a riconoscere nel Santo “anche la virtù della fortezza che non è la muscolosità del carattere o dello stile arrogante, ma un saper lasciare agire lo Spirito Santo che ci guida per le giuste vie senza farsi scoraggiare e deprimere dai sentieri tortuosi e dai venti contrari”. C’è poi la virtù della temperanza. “Quanti oggi, sia adulti sia giovani, di fronte alle difficoltà cedono alle lusinghe dell’alcool, delle droghe e delle tante dipendenze. Bisogna esercitarsi nell’atletica della vita a rifuggire le passioni ingannatrici. Temperanza è virtù di ascesi, di dominio di sé, di gestione della rabbia, di controllo delle emozioni, di maturità. È saper gestire le proprie pulsioni evitando di agire condizionati da esse”, osserva il vescovo, ricordando “quello che è accaduto recentemente a Sant’Anastasia, dove l’invito di un esercente a moderare i toni nel suo locale, ha armato una spedizione punitiva della quale hanno pagato il prezzo una famiglia del tutto estranea alla vicenda. Come non pensare a quei brutali femminicidi per gelosia o per follia, come nella tragedia della giovane mamma Giulia e del suo bambino ancora in grembo uccisi da chi doveva proteggerli”. Mons. Marino aggiunge: “Sentiamo dunque un grande desiderio di vivere in un mondo migliore e per questo abbiamo bisogno di praticare tutti la virtù di giustizia. A me piace usare più questa espressione che quella di legalità perché, mutuata dal linguaggio cristiano, la giustizia ci richiama un valore ulteriore rispetto alla semplice e pur doverosa conformità alla legge. Essa si radica nella dinamica dell’amore e della gratuità che, come ci ha insegnato San Paolino, si traduce in condivisone con i poveri, in processi di equa distribuzione delle sostanze, in impegno per la tutela e la bellezza del territorio, in amicizia pacifica tra le persone e i popoli. In questo San Paolino è modello per gli amministratori delle città e per gli esponenti della politica. Lui che è stato uomo delle Istituzioni pubbliche aiuti quanti si dedicano alla costruzione del bene comune a sentirsi sempre corresponsabili nel patto educativo e nella tutela degli interessi della collettività. Abbiamo bisogno di contrapporre ad una società violenta un mondo giusto. È la giustizia, dunque, come virtù che ci fa scoprire il vero impegno di crescita e di promozione umana all’interno dei nostri martoriati territori”.

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