Naufragio nell’Egeo: 10 organizzazioni chiedono indagine su tragedia, su ruolo Stati Ue e Frontex. “Serve sistema di asilo europeo”

A seguito del recente naufragio in Grecia, Amnesty International, Danish Refugee Council, Hias Europe, Human Rights Watch, International Rescue Committee, Medici senza frontiere, Missing Children Europe, Oxfam, Save the Children, SoS Children’s Villages International chiedono un’indagine completa sulla tragedia, sul ruolo degli Stati membri dell’Ue e sul coinvolgimento di Frontex, e un sistema di asilo europeo che garantisca alle persone il diritto di chiedere protezione nel pieno rispetto dei loro diritti.
“Ancora una volta – affermano le organizzazioni -, decine di vite sono state perse alle frontiere dell’Europa a causa dell’incapacità dell’Unione europea di permettere alle persone in cerca di protezione di raggiungere l’Europa in modo sicuro. Centinaia di persone sono disperse e si teme siano morte dopo l’ultima tragedia avvenuta vicino alle coste greche; secondo quanto riferito, tra i morti ci sono molte donne e minori che erano presenti sottocoperta del sovraffollato peschereccio. Le autorità di diversi Stati membri sono state informate dell’imbarcazione in difficoltà molte ore prima del suo rovesciamento e anche un aereo di Frontex era presente sulla scena”.
Di qui la richiesta di “un’indagine completa su queste morti, in particolare sul ruolo degli Stati membri dell’Ue e sul coinvolgimento di Frontex”. “Esortiamo la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, ad assumere finalmente una posizione chiara rispetto al cimitero a cielo aperto alle frontiere terrestri e marittime dell’Europa e a richiamare gli Stati membri alle proprie responsabilità – si legge nell’appello -. Chiediamo un sistema di asilo europeo che garantisca alle persone il pieno rispetto del diritto di chiedere protezione. L’Ue dovrebbe abbandonare la narrativa che attribuisce la colpa dei naufragi ai trafficanti e cessare di vedere soluzioni solo nello smantellamento delle reti criminali. Esortiamo l’Ue e gli Stati membri a istituire nel Mar Mediterraneo operazioni di ricerca e salvataggio proattive e guidate dagli Stati. Per troppi anni abbiamo ascoltato parole vuote da parte della Commissione europea e degli Stati membri dell’Ue, che si sono detti ‘preoccupati’, ‘rattristati’ e ‘sgomenti’ per la perdita di vite umane senza agire. Questa volta deve essere diverso. È ora di proteggere finalmente le vite e i diritti delle persone che cercano sicurezza in Europa”.

 

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