Funerali Flavia Franzoni: card. Zuppi, “mite, con un radicalismo dolce, generosa ma non accomodante”. “Vedeva il mondo a partire dai poveri”

Flavia Franzoni “ha importato tanto da Gesù mite e umile di cuore”. “Mite lo è sempre stata, con quel radicalismo dolce che era la sua fermezza e che la coinvolgeva intimamente alle vicende del prossimo. Amava i piccoli. Riservata, in un mondo sguaiato, pieno di vanagloria (davvero vana), di penosa esibizione perché riduce l’amore nelle apparenze, Flavia preferiva la sobria e solida vicinanza alla vita vera, partendo dai più fragili, legandosi a loro nella sua ricerca accademica mai chiusa nei corridoi ma facendo i luoghi dell’umanità le vere aule dove imparare e vivere, da studiare con cuore e intelligenza, con curiosità e interesse, per provare l’urgenza di cambiare e la programmazione per costruire le soluzioni”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia pronunciata in occasione dei funerali di Flavia Franzoni Prodi, celebrati oggi a Bologna.
Nel rievocare la sua collaborazione a tanti progetti sociali e il suo essere “un punto di riferimento per tanti giovani dell’Università di Bologna, sempre con tanta semplice – cioè senza supponenza alcuna – e infinita generosità”, il cardinale ha definito Flavia Franzoni “generosa ma non accomodante”. “Si schermirebbe a questo punto e mi inviterebbe alla sobrietà! Però è giusto ricordare come con Achille Ardigò e tanti altri scelse una branca della sociologia vicina alle marginalità, che per certi versi verifica e corregge le decisioni degli economisti (certi tagli alla spesa, ad esempio, con conseguenze spesso lasciate a chi viene dopo perché vede il mondo a partire dai poveri e non viceversa), con tanta passione civile per i servizi sanitari e sociali, uniti e uniti alla comunità umana, indispensabile perché sia pubblico e universalistico, con prossimità e cura, con la pazienza di un lavoro all’uncinetto”.

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