Diocesi: mons. Trevisi (Trieste), “essere coraggiosi nel collaborare gli uni con gli altri e fantasiosi nell’incarnare il Vangelo”

(Foto: diocesi di Cremona)

“Al popolo di Dio, di Trieste e di Cremona, chiedo di essere coraggiosi nel collaborare gli uni con gli altri e fantasiosi nell’incarnare il Vangelo; chiedo di accompagnarmi a cogliere la presenza di Dio dentro le ferite della storia passata e presente”. È l’invito espresso da mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, al termine della celebrazione eucaristica durante la quale, sabato a Cremona, ha ricevuto la consacrazione episcopale.
“L’anima mia magnifica il Signore (Lc 1,46). Moja duša poveličuje Gospoda”. Con queste parole, pronunciate anche in sloveno il neo vescovo ha aperto il suo ringraziamento al termine della celebrazione presieduta dal vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni e concelebrata da una ventina di altri vescovi. Richiamando poi il suo motto episcopale – “Admirantes Iesum” – mons. Trevisi ha affermato: “Signore Gesù ti teniamo di mira, non stacchiamo gli occhi da Te, ti guardiamo incantati, camminiamo insieme fissando Te. Il nostro sguardo su di Te vuole essere come quello di Maria. Popolo che guarda a Te: qui a Cremona o a Trieste, sempre e comunque con gli occhi fissi su di Te”.
Il vescovo ha rivolto parole cariche di lode al Signore e di gratitudine. Non è mancato un ringraziamento particolare a Dio “per la Chiesa, tuo popolo al servizio di tutti i popoli; per il vescovo Antonio, l’arcivescovo Giampaolo, il vescovo Dante e tutti i fratelli vescovi che mi sono vicini; per tutti gli amici preti e diaconi delle diocesi di Cremona e Trieste, con cui sarà bello camminare insieme per le vie del Vangelo; per la parrocchia di Cristo Re e tutte le altre comunità che avrò la gioia di incontrare; per tutte le religiose e i religiosi, e per tutti gli uomini e le donne che con il loro lavoro, con la loro passione per il bene comune, per la giustizia e la pace mi hanno testimoniato come la dottrina sociale della Chiesa è luce e faro per le scelte, anche complesse”.
Mons. Trevisi ha poi osservato che “ci sono conflitti e lacerazioni che chiedono dialogo e riconciliazione; un ambiente che esige il coraggio della cura e della salvaguardia intelligente; miserie e povertà che ci interpellano senza sosta e nelle quali Tu ti fai incontrare e ci parli e ci solleciti e ci inquieti. E tu Signore chiami me vescovo per guidare la tua chiesa dentro questi marasmi”.

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