Democrazia: Ceccanti (Un. La Sapienza), “sbagliato tirare il Papa da una parte o dall’altra sul conflitto in Ucraina, responsabilità di Chiesa e politica sono diverse”

“Sbaglia chi chiede al Papa di diventare il cappellano della Nato e a criticarlo perché utilizza prudenza quando parla del conflitto in Ucraina. Il Papa pur avendo riconosciuto che ci sono un aggredito e un aggressore, non può non lasciare uno spazio alla diplomazia della Santa Sede da un lato, e dall’altro non pensare ai cattolici presenti in Russia. Una preoccupazione pastorale essenziale. D’altro canto sbaglia quel pezzo di pacifismo cattolico che strumentalizza le parole del Papa per opporsi al sostegno italiano ed europeo all’Ucraina”. Così il professor Stefano Ceccanti, ordinario di Diritto costituzionale comparato alla Sapienza di Roma, durante il convegno internazionale intitolato “Democrazia per il bene comune. Quale mondo vogliamo costruire?” in corso di svolgimento alla Pontificia Università Gregoriana. Per chiarire la situazione Ceccanti si è rifatto all’esempio storico di De Gasperi e Montini circa l’adesione dell’Italia alla Nato nel 1949 quando “altri autorevoli uomini di Chiesa e altri autorevoli politici cattolici erano di avviso diverso. La storia, però, diede chiaramente ragione a De Gasperi e Montini: sulle opzioni da loro difese si è raggiunta nei decenni una sostanziale unità delle forze politiche, anche di chi allora vi si era opposto”. “Di questo – ha osservato – occorre tenere conto in tempi di conflitti internazionali perché non si parte mai dall’anno zero. Contro ricorrenti tentazioni di astratto neutralismo, che derivano da visioni di massimalismo etico, l’eredità degasperiana e montiniana, protesa alla ricerca del bene possibile, resta ancora del tutto feconda”.

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