Naufragio nel Crotonese: mons. Kmetec (vescovo di Smirne), “una tragedia, ma ancora più grande è la malvagità di chi sfrutta il dolore di queste persone”

“È una grande tragedia che provoca una grande tristezza e un immenso dolore”. Raggiunto telefonicamente dal Sir, mons. Martin Kmetec, arcivescovo di Smirne e presidente della Conferenza episcopale turca, commenta con queste parole la notizia del tragico naufragio di migranti sulle coste italiane a bordo di un barcone che era partito proprio dalla sua città. “È un problema”, dice l’arcivescovo. “Ci troviamo in una situazione difficilissima a causa del terremoto. Questa tragedia si è aggiunta a tutte le tragedie che anche in questo momento arrivano qui attraverso le migrazioni. E ora si aggiunge questa notizia. Quello che è ancora più tragico però è la malvagità delle persone che trafficano con le persone. Il Male è la tragedia ma ancora più grande è la malvagità e la cattiveria di chi sfrutta il dolore di queste persone. E’ una situazione di fronte alla quale noi non abbiamo risposte, ma certamente grida al mondo di cercare i modi per regolare” il fenomeno dei flussi migratori ma “il problema – aggiunge mons. Kmetec – è che il disordine sarà sempre più disordine”. “Penso – spiega meglio il religioso – che la gestione di questi profughi dovrebbe essere regolata in modo internazionale. Occorre rendersi conto che in queste zone ci sono tanti profughi, tante persone che non sanno dove poter andare e stare in sicurezza. Provengono da luoghi di guerra, luoghi dove i diritti umani sono calpestati. Ogni aiuto – credo – debba essere cercato consentendo, per quanto possibile, vie legali. Non ho le risposte ma sicuramente occorre attivare una più forte collaborazione internazionale in questo senso soprattutto dopo il terremoto”. Riguardo quindi al sisma del 6 febbraio, mons. Kmetec parla di “una tragedia sulla tragedia”. E alla domanda se con il terremoto aumenteranno le persone che si ritrovano oggi in un territorio completamente raso al suolo e tenteranno di raggiungere le coste italiane, l’arcivescovo di Smirne risponde: “Sì, penso di sì. Penso che ci sarà una migrazione ancora più forte, sicuramente dopo questo terremoto”. E ripete: “Noi non abbiamo le soluzioni. Ma la Chiesa da sempre è a fianco dei profughi che arrivano qui. E sarà così ancora, anche se le possibilità che abbiamo sono molto piccole”.

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